L'inchiesta

Da Capaccio a Scario ogni giorno spuntano due abusi edilizi VIDEO

Sono sessanta al mese, molti di più quelli che restano ignoti: non solo case, ma anche campeggi e residenze di lusso

VALLO DELLA LUCANIA. Dalla foce del fiume Sele a Sapri vengono accertati mediamente due abusi edilizi al giorno, 60 ogni mese. Molti di più sono invece quelli che non vengono scoperti e repressi. E le domande di sanatoria edilizia giacenti negli uffici comunali ormai non si contano più.

Il Castelsandra, un simbolo dell'abusivismo
CASTELLABATE. Così è ridotto l'ex albergo della camorra, autorizzato su area demaniale dal Comune di Castellabate nel 1974 quando una coppia di belgi lo costruì intitolandolo alla figlia Sandra scomparsa. Negli anni '80 se lo prese la camorra, prima con le minacce poi con le bombe. E da albergo di lusso il Castelsandra fu trasformato in simbolo del cattivo gusto: spuntarono 25 villette attorno e perfino un piccolo zoo. Fu confiscato dallo Stato nel 1992 quando furono accertati i legami del socio di maggioranza Luigi Romano con il boss Nuvoletta di Marano. L'Agenza del demanio lo affidò nel 2001 al comune, che da 25 anni ne osserva in silenzio i resti. (F. Fabrizio e C. Pecoraro)Vai all'inchiesta

Il quadro dell’abusivismo edilizio nel Cilento mette in mostra una costa sfregiata da costruzioni non autorizzate. Una lunga striscia di abusi che corre parallela a quel mare che pure resta tra i più richiesti dai turisti italiani e stranieri. E dove le forze dell’ordine sono impegnate senza tregua in una battaglia all’ultimo lido, all’ultimo mattone, all’ultima furbata escogitata per farla franca. Brutture di cemento sulle rocce che ostacolano la vista al mare, costruzioni in muratura e prefabbricati. Ma anche interi campeggi abusivi e residenze di lusso con piscina e comfort di ogni tipo.

leggi anche: Il Castelsandra, il simbolo che nessuno butta giù L’hotel fu confiscato alla camorra. Un cartello annuncia lavori mai cominciati

L’affare dei residence. Ogni anno nel mirino di carabinieri, Forestale, Capitaneria di porto e Guardia di finanza finiscono centinaia di persone. Nessun Comune escluso. Gli ultimi blitz contro il mattone selvaggio hanno interessato i comuni di Pollica e San Mauro Cilento. Nella frazione Pioppi (Pollica), nel mese di febbraio, i carabinieri apposero i sigilli a una struttura turistica di circa 11mila metri quadri, formata da cinque diversi corpi di fabbrica. Doveva diventare un residence con 25 mini appartamenti. Un mostro di cemento armato in via di ultimazione a pochi passi dal torrente Mortella, in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale, in pieno Parco del Cilento. Sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Vallo della Lucania finirono in nove tra proprietari, tecnici e pubblici funzionari. Solo poche settimane fa gli stessi carabinieri sono invece intervenuti a San Mauro Cilento, in località “Aria dei Santi” dove hanno sottoposto a sequestro un mostro di cemento armato che doveva diventare un residence con 19 appartamenti affacciato sul mare. L’area interessata, di circa cinquemila metri quadri, ricadeva interamente in una zona sottoposta a vincolo paesaggistico e ambientale. Otto le persone denunciate alla Procura di Vallo della Lucania.

leggi anche: De Luca e De Chiara: scontro a distanza sulla legge regionale Il magistrato chiede che la Regione si attivi per le demolizioni. L’ex sindaco: «Bisogna distinguere tra necessità e speculazioni»

Poche condanne. Ma la lista dei sequestri è davvero lunga e interessa quasi tutta la costa. Non va meglio, infatti, nei comuni di Centola, Camerota e San Giovanni a Piro. In quest’ultima località lo scorso anno il gup del Tribunale di Vallo della Lucania rinviò a giudizio 90 persone per una mega lottizzazione scoperta nel 2012 dai carabinieri in località “Valle di Natale”, nella frazione Scario. I militari misero i sigilli a 53 lussuose ville. Ancora in corso, invece, il processo per la lottizzazione scoperta a Palinuro dalla Guardia costiera nel 2010, in località Saline, dove una volta sorgeva il Club Mediterranée. Un’area di circa 150mila metri quadrati con all’interno 120 costruzioni, tra villette e case per vacanze. Ma decine di abusi sono stati scoperti nelle ultime settimane anche a Camerota e a Vibonati. Le ispezioni sono diventate così capillari che è difficile sfuggire ai controlli ma è anche vero che la maggior parte dei processi per abusivismo finiscono con la prescrizione. Le condanne negli ultimi anni si contano sulle dita di una mano. E spesso le strutture vengono dissequestrate e riconsegnate agli abusivi. Insomma, tutto da rifare.