Scafati

Aliberti, la Dda chiede di nuovo l’arresto

Per l’Antimafia l'ex sindaco è ancora in contatto con i clan e c’è il ruolo della moglie. Lui scrive su Fb: «Sono una persona onesta»

SCAFATI. L’Antimafia non si ferma ed è pronta a chiedere nuovamente l’arresto in carcere per l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti. Dopo la pronuncia della Cassazione, che nella tarda serata di martedì ha deciso di rinviare gli atti al Riesame per rivedere le motivazioni legate alle misure cautelari, la Dda non si ferma nel lavoro investigativo che sta portando avanti nella ricostruzione del presunto “sistema Scafati”.

Il nuovo ricorso, che il pm Vincenzo Montemurro presenterà nei prossimi giorni, punterà soprattutto sulla figura di Monica Paolino, consigliera regionale di Forza Italia e consorte di Aliberti, anche lei indagata nell’ambito dell’operazione “Sarastra”. La misura cautelare nei confronti dell’ex sindaco, infatti, sarà richiesta proprio per il ruolo politico attivo che la Paolino ricopre attualmente in Regione Campania. Per l’Antimafia, Aliberti sarebbe ancora capace di avere rapporti con i clan, per via della posizione della consigliera regionale in quota Forza Italia. Per Montemurro, infatti, non basterebbero le dimissioni da primo cittadino e lo scioglimento del Consiglio comunale. Da qui la volontà di puntare maggiormente sui fatti del 2015, che secondo la Procura portarono i Loreto-Ridosso a sostenere la candidatura della Paolino.

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In questo modo si rafforzerebbe quanto già detto dai giudici della Suprema Corte, che se da un lato hanno chiesto un’integrazione al Riesame per le misure cautelari, dall’altro hanno confermato il grave quadro indiziario. Pertanto, secondo il magistrato, non sarebbero sufficienti nemmeno gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, misura che il Procuratore generale avrebbe ritenuto alternativa alla detenzione.

Tutto sarà deciso nel giro di due mesi. Bisognerà attendere la notifica del provvedimento per verificare le prescrizioni della Cassazione, con le relative motivazioni. Aliberti ieri intanto non ha voluto rilasciare interviste, continuando la propria attività professionale ripresa dopo le dimissioni da primo cittadino. L’ex sindaco, però, si è sfogato su Facebook, dove sul proprio profilo ha scritto un messaggio d’affetto per chi gli è stato vicino in questi mesi. «Sono rinato. Sono e resto una persona onesta. Ho piena fiducia nella magistratura e negli inquirenti che stanno verificando migliaia di atti in rassegna e controllando con attenzione la mia vita. Ho fiducia nella giustizia pur sapendo che il percorso è lungo e difficile. In tutte le sedi, però, griderò la verità dei fatti, quella che si legge già negli atti, se gli stessi si leggono senza preconcetti, invidia e odio verso la persona. Avrei gridato questa verità anche dal carcere, se fosse accaduta questa ingiustizia».

Domenico Gramazio

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