SCAFATI

Aliberti, la Cassazione dice no al carcere

Anche per i Ridosso gli atti dell’inchiesta vanno al Riesame per nuove misure cautelari. Rigettato il ricorso contro il fratello

SCAFATI. Atti al Tribunale del Riesame per valutare le nuove esigenze cautelari. Questo ha deciso la Cassazione, nella tarda serata di ieri, per l’ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, e gli esponenti del clan scafatese Gennaro Ridosso e Luigi Ridosso. Rigettata, invece, l’impugnazione avanzata nei confronti del fratello dell’esponente di Forza Italia, Nello Maurizio Aliberti. I giudici del Palazzaccio si sono espressi così sulla vicenda partita nel settembre 2015 e che vede il politico dell’Agro accusato, insieme al fratello e ai due Ridosso, di corruzione elettorale e voto di scambio. Ritenuti fondati gli indizi di colpevolezza, con il pesante quadro indiziario confermato in toto. Ma il presidente della sesta sezione della Corte di Cassazione, il dottore Vincenzo Rotundo, ha accolto in parte le considerazioni del procuratore generale che, in mattinata, aveva richiesto una misura alternativa al carcere per Pasquale Aliberti e per i due Ridosso. Va integrato, dunque, il provvedimento che il Tribunale del Riesame di Salerno, lo scorso 26 novembre, ha formalizzato per l’allora primo cittadino, accogliendo in questo modo l’istanza della Dda.

Da novembre, però, le cose sono cambiate, come affermato dal Procuratore, ieri mattina, nel corso dell’udienza tenutasi a Roma. La decisione di dimettersi da amministratore e il successivo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, infatti, non renderebbe più necessaria la detenzione in cella. Il procuratore generale nel suo intervento ha indicato come misura alternativa quella dei domiciliari con l’attivazione di un braccialetto elettronico per verificarne la posizione in modo costante.

I legali dei Ridosso, infine, hanno messo in dubbio le motivazioni che hanno portato il Tribunale della Libertà a decidere sul carcere e, in merito a Gennaro Ridosso, impugnando la parte relativa al coinvolgimento nella campagna elettorale del 2015, quella che vide impegnata la moglie di Aliberti, Monica Paolino, dopo quella delle Amministrative del 2013.

La parola fine sulla vicenda però non è arrivata ieri. Tutto, infatti, sarà deciso nel giro di due mesi. Ora bisognerà attendere la notifica del provvedimento per verificare le prescrizioni che la Cassazione, con le relative motivazioni, ha chiesto ai giudici salernitani.

La mattinata si era conclusa con le relazioni degli avvocati difensori degli Aliberti, Giovanni Aricò, Agostino De Caro e Antonio D’Amaro, dei legali dei Ridosso, Michele Sarno, Dario Vannetiello e Pierluigi Spadafora, oltre a quella del relatore della Suprema Corte, Mauro Criscuolo.

 

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