La Salernitana è prima, mentre ricordiamo Giuseppe Plaitano

Cinquant’anni fa, il 28 aprile del 1963, moriva a Salerno Giuseppe Plaitano durante gli incidenti scaturiti da un’invasione di campo dei tifosi della Salernitana nel catino dello stadio Vestuti. Si giocava l’incontro di calcio tra i granata, alla rincorsa della serie B e il Potenza capolista. Un commissario di polizia sparò dei colpi di pistola in aria, per intimorire la folla inferocita alla ricerca di giustizia sommaria, sia per la mancata assegnazione del calcio di rigore, riferiscono le cronache del tempo, sia per rispondere alla sproporzione con la quale le esigue forze dell’ordine bloccarono il primo e solitario invasore di campo. Uno di quei proiettili vaganti colpì Plaitano, seduto in tribuna, che si accosciò a terra “morendo in silenzio nell’indifferenza di chi è impegnato a far danni sul prato del Vestuti”. Aveva 48, una moglie e quattro figli e sarà ricordato per essere stata la prima vittima causata da incidenti su un campo di calcio. Nei giorni scorsi, sulle pagine web di questo giornale, Michele Spiezia ha realizzato un’ottima video (http://video.gelocal.it/lacittadisalerno/locale/50-anni-dopo-la-storia-di-plaitano/11995/12010) intervista a Umberto, il primo genito di Giuseppe Plaitano. Io credo che si tratti anche di un lavoro didattico che può inaugurare quell’idea di “raccontare la Salernitana” di cui ho già scritto in questo blog (http://chiacchiere-granata-salerno.blogautore.repubblica.it/2013/02/21/raccontiamo-la-salernitana/). Un lavoro che dovrebbe rilanciare e organizzare proprio questo giornale e diventare il collante con la stampa specializzata, ma anche con quella tifoseria storica e con quella che adesso, grazie alle prime gioie che questo nuovo corso della Salernitana sta iniziando a regalare, inizia a seguire con attenzione le vicende della compagine granata. Il calcio non può diventare occasione di scontro sociale, non può causare perdite di vite umane. A Salerno questa lezione non è servita perché nel maggio del 1999 abbiamo dovuto registrare la perdita di altri quattro ragazzi ma, probabilmente, la coreografia di domenica scorsa fa ben sperare. Raccontiamo la Salernitana, costruiamo un percorso di memoria e di formazione per far ri nascere quella passione nelle nuove generazioni e, infine, insegnare loro gli errori che abbiamo commesso nel passato che non devono essere ripetuti. Il calcio è gioia e niente di più. La Salernitana ha vinto anche in quel di Martina Franca e, grazie alla contemporanea sconfitta del Pontedera, si è assicurata, dopo la promozione in C1 anche il primo posto.