«Volevo far entrare De Liguori sul pari»

Non come in Biancaneve ma quasi. Rischiando quasi di sembrar pazzo oltre che vanitoso. Ma Auteri l’ha ribadito ieri mattina : «Da una vita so che nel calcio si vince e si perde. Ma noi eravamo, anzi...

Non come in Biancaneve ma quasi. Rischiando quasi di sembrar pazzo oltre che vanitoso. Ma Auteri l’ha ribadito ieri mattina : «Da una vita so che nel calcio si vince e si perde. Ma noi eravamo, anzi lo siamo ancora, la squadra più forte del girone. Più forte del Latina, che in due partite non c’ha messo in difficoltà. Più forte pure del Perugia e del Pisa. Siamo diventati i più forti un po’ alla volta, superando enormi difficoltà, all’inizio c’era tanta gente e non si sapeva che campionato affrontare, c’era pure il problema nel formare e far crescere un gruppo. Ci sono voluti due o tre mesi per normalizzare il tutto».

Spiega il fattore Sorrento ed il piazzamento in griglia: «Dopo quella sconfitta, per non esasperare la situazione, in pubblico ho detto che il piazzamento non era così importante. Ma stupido non lo ero diventato all’improvviso, il piazzamento era importante». E su Sorrento che s’appuntano attenzioni e critiche di stretta attualità: «Partita vera, questo posso giurarlo. Partita vera, affrontata male. Dalla sconfitta di Avellino, mi ero accorto che non c’era la stessa fame e che qualcuno si limitava al compitino. Me ne accorgevo anche in allenamento. Prima di Sorrento dissi a tutti di andare lì per vincere, condannare l’avversario alla retrocessione, tenersi il terzo posto».

Scampoli di retroscena a Latina: «Erano sbilanciati, manco si capiva se giocavano a 3 o a 4 dall’uscita di De Giosa in poi. Sacilotto s’adattava da centrale difensivo, a volte Schetter da terzino sinistro. Avevo detto a Mazzeo e Negro di stare larghissimi per metterli in difficoltà e cercare la giocata vincente. Pochi istanti prima del loro assurdo gol, avevo detto a Marcello Pitino di preparare Enzo. Lui pensava Pepe, invece mi riferivo a De Liguori. Volevo portare Garufo nei tre davanti al posto di Negro e consolidare a centrocampo il risultato favorevole ».

Lo ripete a se stesso e agli altri. Ma il gioco è finito, le strategie pure. (m. m.)