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Virtus Scafatese: decollo mancato

A nove punti dalla zona play off e con il rimpianto della Coppa

SCAFATI. Il centro più grande dell’Eccellenza targata Salerno? È in seconda fila, distante nove punti dai playoff e col rammarico di aver sprecato una grande occasione in coppa, arrivando fino ai quarti. La Virtus Scafatese non riesce a decollare. Terza stagione di vita, programmazione troppo influenzata dagli umori cangianti, un valzer di persone, soprattutto allenatori. Il riepilogo conferma l’instabilità di fondo.

Prima stagione nata sulle ceneri dell’addio al professionismo della Scafatese, che ricominciò dalla Terza Categoria lasciando spazio e tempo a chi voleva cominciare il discorso del pallone cittadino senza scendere troppo in basso. La nuova realtà, sorta nell’estate post disastro col titolo Baia dato dalla famiglia Soglia al primo cittadino Aliberti, cominciò con Pasquale Matarese in panchina. Dopo pochi mesi, rivoluzione in organico e panchina affidata a Severo De Felice.

Per la seconda stagione, inizio a rilento, con la panchina che in un primo momento doveva andare a Minichini e che alla fine restò a De Felice per il tratto iniziale, salvo cambiare ancora e scegliere Ciccio Troise nel tratto successivo senza arrivare a risultati particolarmente brillanti.

Il terzo atto è cominciato l’estate scorsa. Altra partenza a rilento, dovuta stavolta alle vicende giudiziarie riguardanti Peppe Aquino, tecnico prescelto da Vaiano in prima battuta puntando sulle motivazioni del debuttante in panchina. Zero risultati per il primo mese di campionato. Passaggio a Pasquale Esposito, solo per una settimana d’allenamento, senza mettere nero su bianco l’accordo iniziale. Testimone per l’ennesimo cambiamento a Ciro Vesce, che ottiene parecchi risultati positivi di fila, risolleva l’umore della squadra e la classifica per poi perdersi sul più bello, fallendo i passaggi decisivi e non godendo più della fiducia societaria. Da qualche giorno c’è di nuovo Esposito in panchina, nel tentativo di dare un senso alla stagione in corso e di progettare magari la prossima su basi diverse. Sono passati calciatori ed allenatori di valore ma è mancata la stabilità, merce fondamentale per programmare e far decollare le ambizioni di Andrea Vaiano, presidente che vorrebbe riportare Scafati calcistica almeno a livello di serie D.

Alle spalle della prima squadra, qualcosa si muove in contro-tendenza: si tratta del lavoro fatto con le giovanili da Florio, D’Ambruoso e altri. Ma il senso compiuto arriverà soltanto attraverso i risultati della prima squadra, che ha il capocannoniere del torneo in Balzano e possiede pedine di spessore negli altri reparti.(m.m.)

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