La sfida

Verona-Salernitana, prova del 9 tra Pazzini e Coda

ll bomber granata ha già segnato al Bentegodi con la maglia del Parma e sogna il bis. Lo scaligero incita i compagni: «Riscattiamoci»

SALERNO. Guai a lasciar loro metri, campo, ossigeno, cross: Massimo Coda, 9 gol, e Giampaolo Pazzini, il capocannoniere a quota 16, sono i Re Mida di Salernitana e Verona, tramutano in gol tutti i palloni che spiovono sulle scarpette colorate. Pazzini le calza arancio con una spruzzata di viola. Coda, invece, usa le verdi della speranza e adesso non se ne separa più, perché ha ripreso a segnare a raffica.

Quando fa centro il bomber di Passiano, difficilmente la Salernitana resta a pancia vuota: i suoi gol hanno già consegnato 15 punti alla squadra e alla classifica. Da capogiro i numeri di Pazzini: è andato a segno in 12 delle 18 partite giocate con l’Hellas, gonfia la rete ogni 88’ e solo una volta, col Cittadella a novembre, il suo sigillo è servito come gol della bandiera. Se si ferma, invece, per l’Hellas sono dolori: è capitato a Latina e la squadra ha perso. Sul profilo facebook, poche ore fa, il “Pazzo” ha suonato la carica, invitando l’ambiente a pensare in grande: «L’obiettivo è sempre lo stesso guardiamo avanti». Insomma si prepara alla Salernitana e vuole batterla.

Il compianto Carmine Longo l’aveva seguito ai tempi del vivaio atalantino e voleva portarlo a Salerno. Non ci riuscì. Al solito aveva visto giusto: nel 2004, Pazzini di scena all’Arechi con l'Atalanta realizzò la doppietta che aprì e chiuse il tabellino (1-3), nella sfida alla squadra allenata all’epoca da Stefano Pioli. Quest’anno, ad inizio campionato, lui all’Arechi non c’era e neppure il cuore granata Enzo Maresca, che ha rescisso di recente il contratto con l’Hellas, ha detto addio al calcio, farà terminare l’anno scolastico ai propri figli nella città scaligera e nel frattempo seguirà Verona-Salernitana domenica pomeriggio, sugli spalti del Bentegodi.

Di contro, all'Arechi c’era Coda e si prese la scena: segnò lui, con un imperioso stacco di testa e rubando proprio all’assente Pazzini la specialità della casa. Adesso vuole ripetersi, perché Verona gli ricorda un’estate tribolata, bollente, di ballottaggi. Era sull’altra sponda, in casa del Chievo Verona, quando la società veneta decise di mollarlo preferendogli Inglese. Lui passò alla Salernitana e da quel momento è diventato il bomber incontrastato dei granata. Il Bentegodi è uno stadio magico per Massimo Coda. La mente vola al giorno di San Matteo (segno del destino) del 2014. Il 21 settembre, proprio lui, debuttante, realizzò il primo gol in serie A col Parma contro il Chievo e sfornò un assist al bacio per Antonio Cassano, il numero 10 più pazzo del “Pazzo”, suo compagno di squadra alla Sampdoria ma anche protagonista proprio con Pazzini dello scambio di mercato Inter-Milan. Di professione fanno i centravanti e la loro carriera non ristagna ma sta sbocciando in serie B. Per Coda, che esulta arrampicandosi sui tabelloni pubblicitari, la Salernitana è un trampolino di lancio, finestra spalancata sul calcio dei grandi che l’attende l’anno prossimo. Giampaolo Pazzini, che esulta portando due dita verso gli occhi come per dire “guarda che ho fatto”, è diventato capitano del Verona, vive in gialloblù la seconda giovinezza, con l’Hellas ha un contratto fino al 2020, stessa scadenza del rivale granata. Pazzini contro Coda: il destino di Verona-Salernitana è nei loro piedi.

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