SERIE B

Venezia-Salernitana, le probabili formazioni

Dal sorpasso del 1997 ai rigori del 2019, ora Castori difende il primato

SALERNO - La partita del destino è un viaggio a spasso nel tempo che (ri)evoca emozioni autentiche. Dici Venezia-Salernitana e fino a un anno e mezzo fa pensavi sempre, ossessivamente, a quel big match del 1997, sotto il sole d’una domenica di dicembre che ancora “squaglia” i vecchi cuori granata: il 3-0 del dream team di Delio Rossi, bomber Di Vaio che segnava pure da “casa sua”, il sorpasso in vetta, «la capolista se ne va» che riecheggiava sul battello di ritorno da Sant’Elena. In soldoni, il giorno in cui tutti capirono che la serie A, che sarebbe poi arrivata per entrambe le squadre (proprio un girone dopo, nel confronto diretto dell’Arechi), era davvero di là da venire.

Poi ci fu il playout del giugno 2019, a pochi giorni dal Centenario della Bersagliera: la salvezza all’ultimo rigore dopo 120 minuti d’una sofferenza bestiale, con l’incubo d’una retrocessione in C scongiurato dal “commissario d’emergenza” Leonardo Menichini. Nuova storia, stesso posto, oggi alle tre del pomeriggio Venezia e Salernitana si ritroveranno in una sfida ad alta quota. Perché la squadra del “mister esperienza” Fabrizio Castori è prima in classifica - e chi l’avrebbe mai detto all’alba della stagione pensando al Natale - ma pure quella di Cristiano Zanetti, la “meglio gioventù” delle panchine in B che un’estate fa si disse «orgoglioso d’esser anche solo accostato ai granata», sta facendo benissimo ed è sesta, a -5 dalla vetta.

La prima nota lieta è l’esito dei tamponi: tutti negativi. Proprio mentre a Frosinone, avversario del cavalluccio marino il 18 dicembre scorso, s’è acceso un focolaio Covid. Rischi del mestiere, e del calcio al tempo del virus, tanto che la Salernitana ha ribadito senza “formalismi” ai propri tesserati come il protocollo che impone di far (solo) la tratta casa-allenamento-casa non va applicato dopo che ci si ritrova un positivo nello spogliatoio, ma sempre. Preventivamente. Senza contagiati ma con qualche infortunato, soprattutto Dziczek che s’aggiunge al lungodegente Lombardi e al mai impiegato Baraye, oggi Castori dovrebbe ripartire dal 3-5-2, sistema di gioco che dà un po’ più di copertura soprattutto in trasferta. E così, “blindando” con il terzetto Aya-Gyomber-Mantovani la difesa dinanzi a Belec, toccherà ancora a Casasola e Lopez occuparsi delle fasce. Il grosso dubbio è in mediana: capitan Di Tacchio è sicuro del posto, Schiavone dovrebbe esser uno dei due interni di centrocampo, l’altra maglia se la giocherebbero Anderson e Cicerelli. Possibile, probabile, che alla fine l’italo-brasiliano possa esser preferito all’esterno di San Giovanni Rotondo, ch’è invece più a suo agio in un 4-4-2 che pure il tecnico tiene in caldo, come alternativa. Indipendentemente dall’atteggiamento tattico, invece, la coppia d’attacco sarà Tutino-Djuric.

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