«Venditti si sbaglia A Castellabate non c’è la camorra»

Il sindaco Spinelli replica alle offese della “voce” di Roma Bufera per le frasi di Zanardi e i giudizi sulla Salernitana

SALERNO. Più che un omaggio è sembrato un oltraggio. Forse, anche alla stessa memoria di Agostino Di Bartolomei. E, sicuramente, all’immagine del comune di Castellabate e dell’intero comprensorio cilentano, oltre che al blasone della Salernitana. La puntata di “Sfide”, andata in onda su RaiTre lunedì sera, ha lasciato il segno. Come quello di una ferita profonda: perché ha offeso la dignità di una comunità, mortificato le tradizioni calcistiche di una tifoseria tra le più passionali d’Italia, mistificato persino il ricordo di un campione silenzioso, schivo, riservato, introverso e mai compreso fino in fondo.

E quella «terra», che Alex Zanardi - ex pilota di Formula 1, due volte medaglia d’oro ai Giochi paralimpici di Londra 2012, e da questa stagione conduttore del programma che racconta “lo sport come non l’avete mai visto” - nelle sue apparizioni in video tra filmati d’epoca, ricostruzioni e spezzoni di interviste, ha definito, improvvidamente, «dura, omertosa, a volte malavitosa», è prima rimasta basita e poi s’è indignata, rizelata, rivoltata. Ancor più quando ha sentito la “voce” di Roma, Antonello Venditti, anzichè cantarne le lodi, addirittura... suonarle a quel «territorio difficile, di camorra», a proposito del “buen retiro” di San Marco di Castellabate che il suo vecchio amico “Ago” aveva scelto dopo aver appeso le scarpette al chiodo. Ma a “Sfide” il cantautore della Capitale è andato oltre, ponendo l’accento, con tono quasi sprezzante, sulla «umiliazione» professionale che Di Bartolomei, «uno che ha fatto vincere lo scudetto alla Roma», aveva dovuto subire «a Salerno» (città - gli rinfreschiamo la memoria - che conosce bene, avendo chiuso, con un concerto in piazza Mazzini, la campagna elettorale del candidato sindaco Alfonso Andria, in occasione delle elezioni amministrative del 2006!), finendo «in panchina». Sì, sulla panchina della «piccola squadra di serie C», alias la Salernitana, che “Ago” guidò, da capitano, alla storica promozione in B nel 1990.

E così, quella di ieri è stata, innanzitutto, la giornata dell’indignazione: dei rappresentanti istituzionali del territorio e del popolo granata. Il web è stato invaso da mail di protesta all’indirizzo del conduttore, dei curatori della trasmissione e del cantautore romano, oltre che da una nota ufficiale del sindaco di Castellabate. «La camorra non c’è, è lontanissima da qui!», la replica perentoria del primo cittadino Costabile Spinelli. «L’affermazione di Venditti, superficiale e proferita da chi non conosce assolutamente questo territorio, è gravissima perché lede l’immagine di Castellabate, della sua gente e delle forze dell’ordine che lavorano per scongiurare questo pericolo». Il sindaco - come ci ha poi rivelato - è stato contattato dallo stesso Venditti ben due volte. Perché quella di ieri è stata anche la giornata dei ravvedimenti. E delle scuse per «le dichiarazioni estrapolate - s’è giustificato il cantautore - da un’intervista più ampia». Spinelli ne ha preso atto ed alla fine desisterà da rivalse legali nei confronti di Venditti. Che, anzi, è stato invitato a «venire a constatare di persona quale sia la realtà cilentana. Magari, tenendo un concerto a Castellabate». E scuse, più o meno formali, sono poi arrivate anche da Zanardi. Amarezza per l’accaduto ha manifestato, per telefono, al “suo” sindaco, Marisa De Santis, vedova di Agostino. Più diplomatico il commento del figlio, Luca Di Bartolomei, che in un twitter s’è detto «felice per il colloquio tra il sindaco e Venditti, la cui frase era decontestualizzata. Lui, come “Ago”, ama il Cilento e Salerno». Come a dire: Venditti e Zanardi... Benvenuti al Sud!

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