Un cilentano sulle orme di Fidippide

Franco Magliano è stato l’unico campano a partecipare alla massacrante Spartathlon

SAN GIOVANNI A PIRO. Un cilentano sulle orme di Fidippide. Da San Giovanni a Piro a Sparta fino ad Atene, accompagnato da un intero paese che, da oltre 30 anni, fa della corsa un vero e proprio stile di vita. Franco Magliano, classe 1974, si è cimentato nella Spartathlon, massacrante ultramaratona che ripercorre il tragitto da Sparta ad Atene attraversato dal militare ateniese nel 490 avanti Cristo.

Ai nastri di partenza della 33esima edizione Magliano, titolare di un bar nel piccolo centro ai piedi del monte Bulgheria, era in compagnia di 24 connazionali ed era l'unico campano.

In una competizione caratterizzata da repentini passaggi da caldo afoso a pioggia e freddo, Magliano corre i primi 70 km in scioltezza. Poi un'infiammazione al tendine di Achille ed al tibiale destro lo costringe a ritirarsi al 150esimo km. Per la cronaca hanno concluso l'ultramaratona in 174 su 450 iscritti, con soli 10 italiani su 25.

Prima di lunghissimi allenamenti quotidiani, ripetute, esercizi, il rapporto tra Franco e la corsa è stato un continuo "rincorrersi". «Quando eravamo bambini - inizia il racconto di Magliano - sognavamo di vincere la gara più importante del nostro paese, la Corsalonga». E poi un curioso aneddoto: «Un giorno, lungo San Giovanni a Piro, stavo superando una 500: per guardarla andai a sbattere contro un palo della luce, fratturandomi lo zigomo. Ancora debbo prendermi la rivincita». Poi, come tanti altri, il calcio e lo stop agonistico a causa di vari infortuni. «Inizio ad ingrassare fino a 100 kg arrivando a fumare due pacchetti di sigarette al giorno».

Il matrimonio con Mariangela (anche lei appassionata di podismo) e l'arrivo dei due figli segnano uno spartiacque nella sua vita. «Smetto di fumare e comincio a correre assieme ad altri miei amici, tutti o quasi nella mia stessa situazione. Poco dopo fondiamo la Podistica San Giovanni a Piro-Golfo di Policastro».

Magliano si cimenta sulle brevi distanze ma sente che può dare il meglio di sé solo sulle lunghe. «Mi sono accorto che mi piaceva più la resistenza che la velocità». La maratona per Franco è anche uno stato d'animo. «Riesco ad estraniarmi dalla routine e scaricare tutti i tipi di stress».

Magliano inizia con i 42 km ma subito arriva la folgorazione per le competizioni dai 50 in su. «Nel 2009 mi innamoro dell'ultramaratona grazie al racconto del mio amico Giuseppe Tripari, che aveva partecipato alla 100 km del Passatore, una delle più importanti in Italia. L'anno successivo la disputo per la prima volta, e nel 2014 ottengo il primato personale con il tempo di 9 ore e 14 minuti, arrivando 59esimo su 2200 partecipanti, tutti specialisti della distanza».

Poi una serie di 100 km e di 6 ore. A questo punto Magliano non s'accontenta: «Volevo spingere sempre più in alto l'asticella. Arrivato ai 202 km della Nove Colli, il sogno di ogni ultramaratoneta è la Spartathlon». 246 km da percorrere entro 36 ore, una gara massacrante. «Quando hanno visto il mio certificato medico - prosegue Magliano - quasi non volevano farmi gareggiare. Mi sono accorto quanto fosse difficile correre appena mi hanno dato l'attestato di partecipazione, perché già iniziare quella competizione era per me un grande privilegio».

Quindi il ritiro forzato. Nessun rammarico, però. Ed al ritorno a casa arriva forse la vittoria più bella. «Sono stato accolto dal sindaco, dagli assessori e da tutti i miei amici, che mi hanno regalato un gagliardetto del Comune. In quel momento mi sono sentito orgoglioso di portare il nome di San Giovanni a Piro in giro per il mondo». Ma Franco già pensa alla Spartathlon 2016, stavolta con l'obiettivo di concluderla e magari di arrivare per primo a braccia alzate ai piedi del Partenone.

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