Serie B

Trenta giorni di fuoco per la Salernitana

L'allenatore Sannino e il suo gruppo chiamati a giocarsi tutto in sei partite che decideranno il futuro

SALERNO. Tutto in un mese, prima la scorpacciata di gare e poi il lungo letargo: la B, maratona per cuori forti, gambe fresche e rose folte, offre alla Salernitana un menù di 6 partite in un mese. Dal 28 novembre al 30 dicembre, squadra e mister si giocano il destino, possono dare sapore e valore al 2017 che incombe. Sospeso a mezz’aria – a 2 punti dai playout e a 4 di svantaggio dalla soglia dei playoff – Sannino tiene tutti sulla corda, fa passare il concetto del “tutti sono utili e nessuno è indispensabile” anche se l’aggettivo «imprescindibile», usato qualche settimana fa per spiegare quanto conti per lui Rosina, risuona e rimbomba sempre in campo, come testimonia il minutaggio del calabrese.

Trovata l’eccezione, la regola resta ferrea: tutti sulla corda ma anche tutti invitati a sentirsi protagonisti di questa coda di 2016, perché il posto in squadra va meritato, conservato, custodito. Imprescindibile anche Donnarumma? Nelle ore del ballottaggio con Joao Silva, proprio Alfredino ha pubblicato sulla pagina facebook ufficiale, gestita da conoscenti e amici, il fermo immagine di Lanciano-Salernitana, finale d’andata dei playout. In questo collage di foto, sono evidenziati il numero di gol realizzati nel 2015/2016 (13), i minuti giocati (2300) e poi lo schieramento tattico, il 4-4-2.

Messaggi, speranze, sospiri ma Sannino non ha ancora deciso. Tutti sulla corda anche a centrocampo. Busellato si è ripreso dall’infortunio, è pronto a correre il doppio, anche per Ronaldo. Occhio, però, alle parole d’inizio stagione urlate in campo dall’allenatore: «Non guardo in faccio a nessuno. Me ne infischio che hai già giocato con me. Se non corri su quel pallone a mille all’ora e non lo vai a prendere, tu non giochi più. Capito?». In quel caso si riferiva a Bernardini, ma la lezione l’hanno imparata tutti, a maggior ragione chi ha “una vita da mediano”.

Busellato corre e gioca ma il suo concorrente in casa si chiama Odjer, attualmente infortunato. Si chiama anche modulo: quando c’è da attaccare, fare l’andatura, buttarsi negli spazi e Sannino decide di giocare non con il trequartista ma 3-5-2 con un regista e Rosina finta mezz’ala, Busellato non è sempre il prescelto. Della Rocca era diventato il faro ma con la Ternana ha fatto male. Risultato: dentro Ronaldo a Latina. Ronaldo ora è il regista ma non deve procedere a fiammate, soprattutto deve sperare che lo assista la condizione fisica, fin qui vero cruccio del giocatore.

Poi c’è la sua boa luminosa, la frase di Sannino. L’ascoltò l’ultimo giorno di mercato e deve tenerla sempre presente: «Se devi restare qua con me, preparati a fare in un anno ciò che non hai fatto negli ultimi tre». C’erano una volta le ali. Zito, ora più che mai, è sulla corda: ha 6 gare per riprendersi la Salernitana. In difesa, in vista del tour de force (lunedì con la Pro Vercelli, sabato a Bari, la prima di due trasferte di fila), servirà l’aiuto di tutti. Bernardini gioca più degli altri (1335’ più 240’ di Coppa) ma è anche diffidato. Perico dalla sfida al Benevento gioca quanto Bernardini (798’), giocherà di nuovo ma il tour de force va affrontato con prudenza. Schiavi è rientrato a Latina, aspetta la seconda chance come Tuia ma dovranno conquistarla con le unghie e con i denti: ci sarà da battagliare, perché adesso è tornato Luiz Felipe, un passo indietro Mantovani. Tutti sulla corda, tutti agguerriti “rivali” per il bene della Salernitana.

Pasquale Tallarino

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