serie B

Toscano spinge i granata: «Sarà una sfida aperta»

L’ex allenatore della squadra piemontese presente domenica alla gara al “Piola” «Adesso non è più questione di schemi o giocatori, contano cuore e motivazioni»

SALERNO. «Sarò a Novara quasi certamente. Mi trovo nelle vicinanze, a Milano, e farò un salto al Piola, da spettatore interessato. Prima che me lo chiediate voi, rispondo io: interessato solo alla partita». Schietto, passionale, sanguigno e “cannibale”, Mimmo Toscano domenica andrà dove gli batte il cuore. Ha allenato il Novara, l’ha condotta alla promozione in B, le ha fatto vincere pure la Supercoppa battendo la Salernitana. I granata, invece, ha sognato di allenarli e c’era andato vicino, vicinissimo almeno per una notte. Prima di accordarsi con Somma, la Salernitana l’aveva seguito ed opzionato, anzi Fabiani l’aveva addirittura scelta, al punto da condurlo a Villa San Sebastiano, al cospetto di Lotito. Poi i soldi fecero la differenza e il matrimonio saltò.

Toscano, alla Salernitana pensa ancora?

«Non si sa mai nella vita. C’è stata una possibilità concreta e in futuro chissà cosa potrà accadere. Fino a giugno sono costretto ai box, perché ho allenato nelle prime quattro giornate. Ho ottimizzato il mio tempo libero per aggiornarmi: ho girato un po’, ritenevo di dover correggere alcune cose e ho visto altro calcio, in Inghilterra. Sarò a Novara perché immagino una partita bella ed apertissima: il Novara è in corsa ma la Salernitana non vuole smettere di giocare in B».

Col Novara batté la Salernitana in Supercoppa. Le squadre si somigliano ancora?

«È un Novara completamente diverso nel modo di giocare. Ha mantenuto, però, lo zoccolo duro e l’ha ulteriormente migliorato sotto l’aspetto qualitativo e numerico. La Salernitana era partita con i reduci della C ma rinunciando a Calil, Negro, Favasuli e Gori. A gennaio la squadra è stata modificata. Mancano nove partite e ora non dipende dagli uomini ma dalla voglia di fare l’impresa. Mi sorprende vederla così giù: non immagino una Salernitana che dopo la cavalcata dell’anno scorso possa perdere quello che ha guadagnato».

In Supercoppa a Novara, Gabionetta salì in cattedra. Fiammate anche in B, in avvio, poi la cessione. Avrebbe fatto comodo?

«È un bravo giocatore, ha la giocata, i numeri e l'accelerazione. Tutto fa comodo quando sei in difficoltà. Un allenatore auspica sempre abbondanza ma ormai Gabionetta fa parte del passato. Di sicuro in questo calcio in continua evoluzione, nel quale non si parla più di sistemi di gioco ma di principi e concetti, i piedi buoni fanno sempre la differenza».

Il tesoro del Novara?

«Più di un nome: ho lasciato una bella eredità, un grande gruppo, c’è cultura del lavoro. C’è abbondanza in attacco ma sono molto forti anche Viola che ho avuto a Terni, Dickmann, Corazza. Hanno saputo cambiare in corsa passando dal 4-3-3 al 4-4-2. Ora inseguono un sogno che resterà in piedi fino alla fine. Il Novara lavora bene di squadra, difende tutta insieme cominciando da attaccanti e centrocampisti, dietro è attenta e organizzata. La Salernitana, invece, non trova equilibrio: le manca nei risultati, durante la gara, tra una gara e l'altra. Gli scontri diretti sono un vantaggio e valgono doppio perché decideranno i giochi salvezza ma i granata non dovranno mettere tra parentesi la gara col Novara isolandola dalla tabella di marcia. Conterà fare sempre risultato, in tutti i modi e contro tutte. Ci sono 9 finali e l’occasione di vincerla, come a Cesena, può capitare in qualsiasi momento».