SERIE A

Torino-Salernitana 1-1, le pagelle dei granata

Kastanos felice sorpresa e Bradaric è inamovibile

Ochoa 6,5. Nel primo tempo non è particolarmente impegnato, traversa di Gyomber a parte, che sfiora l’autogol. Nella ripresa non può nulla sulla botta di un liberissimo Sanabria, ma ha il suo bel da fare per disinnescare un infuocato Radonjic. Sui primi due interventi normale amministrazione, decisamente più impegnativo il volo sul diagonale mancino del serbo.

Daniliuc 5. Giornata all’insegna delle difficoltà, e non solo perché è il marcatore designato di un Radonjic letteralmente imprendibile. Dopo un paio di dribbling subiti sembra avergli preso le misure, ma è sensazione che dura poco, perché i pericoli ritornano. Pesanti responsabilità sul gol di Sanabria, quando ritarda l’uscita tenendo in gioco l’attaccante piemontese. Dal 13’ st Troost-Ekong 5,5. Pronti e via e viene saltato di netto anche lui dallo spauracchio di giornata, poi prende le misure.

Gyomber 6. Nel primo tempo ringrazia la traversa che gli “nega” il clamoroso autogol. In precedenza non erano mancati un paio di interventi alla sua maniera, nella ripresa va in sofferenza pure lui. Sanabria sembra avere più brillantezza, lui becca un giallo e va in difficoltà dal punto di vista fisico, fino al cambio precauzionale. Dal 31’ st Lovato 6. Pure lui paga la tassa Radonjic non appena mette piede in campo, ma ha il merito di assestarsi e chiudere su Karamoh.

Pirola 6. Meno pulito ed efficace del solito, quando Miranchuk inizia a svariare con più costanza su tutto il fronte offensivo fa leggermente più fatica dopo un inizio più semplice. Nella ripresa prova a tenere alta la concentrazione, anche perché i pericoli non mancano.

Kastanos 7. La grande sorpresa di giornata. L’esordio nel nuovo ruolo, quello di esterno di centrocampo, è tutt’altro che semplice, anche perché il Torino è tambureggiante su quella corsia. Ha però l’enorme merito di non demordere, e con il passare del minuti trova certezze e consapevolezze. Tanto da far perdere il conto delle buone giocate, specie dal punto di vista tattico, che effettua. Se avesse trovato il gol in mezza rovesciata, sarebbe stato di gran lunga l’eroe della trasferta piemontese, ma Rodriguez gliela sporca di quel tanto che basta per mandarlo fuori giri.

Vilhena 6,5. Il toro vede rosso e si infiamma, lui invece lo fa affrontando il Toro. Questione di maiuscola, fatto sta che trova il gol anche dopo il confronto dell’andata, con un bel sinistro potente e preciso che fulmina Milinkovic-Savic. Dopo la ripresa è uno dei tanti a calare con il passare dei minuti, dopo un inizio di gara convincente al di là della bella rete, che gli vale il quarto centro stagionale.

Nicolussi Caviglia 6. Ritrova una maglia da titolare che gli mancava da due mesi, la prima dall’arrivo di Paulo Sousa in panchina. Partenza super, si abbassa per giocare la palla e si spinge in avanti per pressare, come quando va a mordere le caviglie degli avversari per il recupero che avvia l’azione del gol dell’1-0. Anche lui si spegne troppo presto dopo un inizio estremamente positivo, subendo la pressione degli avversari e il ritmo dei padroni di casa. Dal 13’ st Bohinen 6. Entra quando il Torino è assoluto padrone del possesso palla, e per lui è sempre complicato. Non demorde e mostra segnali incoraggianti in fase di interdizione, non si sottrae al contrasto.

Bradaric 6,5. Partecipa anche lui all’azione del gol di Vilhena con un tacco d’autore che premia l’inserimento di Candreva. Ottimo anche il cross per Kastanos nella ripresa, che complice l’interferenza di Rodriguez, non trova il colpo del nuovo sorpasso. Bene anche per temperamento e tenuta difensiva, controlla Singo senza soffrire praticamente mai. Il più impiegato della nuova gestione tecnica.

Candreva 6,5. Parte sul centro-destra, ma con la solita licenza di svariare su tutto il fronte offensivo. Proprio come in occasione del gol di Vilhena, che passa anche dal suo inserimento concluso con il cross per Piatek, autore dell’assist vincente. Pochi minuti dopo sfiora il gol con un sinistro sporco che sbatte sul palo a Milikovic-Savic battuto. Nei momenti più complicati per gli ospiti ci mette, come sempre, esperienza e generosità.

Dia 5,5. L’approccio iniziale è intelligente ed accorto dal punto di vista tattico. Molto applicato in fase di non possesso, potenzialmente pericoloso per eventuali ripartenze con campo libero da attaccare. Il piano sembra poter funzionare, ma paradossalmente il gol del vantaggio modifica profondamente atteggiamento e baricentro della squadra. Ne risente, poi la fatica sembra fare il resto. Dal 35’ st Botheim sv.

Piatek 6. Assist al bacio per il piazzato di Vilhena, è lucido e preciso nel premiare il compagno a rimorchio. Pochi giri di lancette dopo l’occasione che potrebbe farlo svoltare definitivamente, ma non riesce a mettere lo zampino sul tiro di Candreva. Sembra accusare il colpo e si eclissa fino a sparire dal campo, anche perché i tre centrali avversari lo stringono nella propria morsa senza lasciargli grandi spiragli.

Dal 13’ st Bonazzoli 5,5. Un paio di falli subiti in avvio che sembrano promettere bene, restano le uniche cose positive in mezz’ora di gara. Decisamente troppo poco per riscrivere le gerarchie in avanti. All.

Paulo Sousa 6. Settimo risultato utile di fila, con il pareggio rimanda il Verona a -7 ed eguaglia la striscia di imbattibilità più lunga della storia in serie A, anche se con quella messa a segno da Nicola lo scorso anno erano arrivati più punti. Ancora una volta dopo una buona partenza in trasferta, come a La Spezia, la squadra nella ripresa sembra fare un passo indietro. Ne viene fuori comunque un punto che dà continuità al buon lavoro svolto. Premiata l'intuizione Kastanos, resta il rammarico per il colpo del raddoppio sfiorato dopo la rete di Vilhena