Susini: «Salernitana, lotterai per la B»

Il dirigente non si nasconde e torna sul cambio in panchina: Perrone resta un mio amico e Sanderra gli somiglia

SALERNO. «La Salernitana è al completo, ha coppie di giocatori in ogni ruolo e per certi versi è la squadra perfetta». Carlo Susini, responsabile dell’area tecnica, candida i granata al ruolo di protagonisti della C1.

Squadra ammazza campionato, è la più forte?

«Stanotte mi sono visto Lecce-L’Aquila e prossimamente i salentini saranno una squadra importante: Ferreira Pinto e Parfait sono ottimi. Il Perugia ha grandi qualità tecniche, come il Frosinone. Noi, i ciociari e il Benevento siamo da prima fascia. Il Perugia è come Pisa e Prato, brillante e veloce che talvolta lascia spazio all’inesperienza. Sarà un campionato livellato, non vedo pecche».

Il 4-3-3 è l’assetto migliore per la Salernitana?

«Dipende dalle gare. Sanderra non è un fondamentalista».

Mai passata l’idea di andar via, seguendo Perrone?

«Piva e Blanchard li ho presi io al Pescina prima che arrivasse Perrone. Si parlava di coppia inscindibile ma non è così: lui fa l’allenatore e io ho deciso di non farlo più tempo fa. Con Perrone parlo continuamente di tutto, legati da un’amicizia».

Il rapporto col mister?

«Fuori dalla panchina ho fatto due anni con Delneri, col quale ho avuto lo stesso rapporto di Perrone. Sanderra è una brava persona. Con chi si parla di calcio, io ho sempre buoni rapporti. Da un certo punto di vista, lui e Perrone sono simili caratterialmente. Perrone veniva da due vittorie e quindi vengono enfatizzate certe situazioni. Non posso che parlarne bene. Sanderra è un lavoratore, attento ai particolari. I risultati possono far alzare o abbassare l’indice».

Lotito la chiama sempre di notte?

«Essendo un dopolavorista, sono reperibile giorno e notte. Il clou con Lotito l’abbiamo raggiunto una volta, parlando dalle 3.45 alle 5.15. A un certo punto, mi dice: “Aho, è giorno!”. Solo due pazzi possono parlare di Salernitana fino all’alba. Non mi ha mai detto “sei riconfermato o no”. Il ruolo di Giubilato, invece, è stare dentro lo spogliatoio e lui conosce i fatti dello spogliatoio».

Un neo il corso per diesse?

«Non ho presentato documentazione nelle ultime sei stagioni ma ho il punteggio per fare l’allenatore. Per certe figure non è necessario il ruolo: sto facendo quello che accadeva già due anni fa».

Rimpianti su Agodrin?

«Piaceva molto al mister. Abbiamo tentato di metterlo dentro ma Mendicino sta recuperando e sarà un punto di forza del nostro organico. Davanti ne abbiamo abbastanza».

Che è successo con Grassi?

«L’avevo contattato molto tempo prima che finisse il campionato. In uno scacchiere tattico dove giocatori importanti potevano essere utilizzati poco, è stato preferito cederlo per non avere problematiche di malcontento. S’è provato a cedere anche Zampa. Lui è un professionista, c’è stato richiesto dalla Seconda ma quando finisce il mercato finisce anche la voglia di passare altrove. Zampa può giocare sia davanti la difesa che mediano a destra e a sinistra. Anche Topouzis poteva andare a giocare ma ci tornerà utile».

Propositi per Gubbio?

«Mounard qualche problemino ce l’ha serio, al polpaccio. Non c’entra la girandola dei campi. Nalini è passato da una società dove i carichi di lavoro non erano importanti ad una professionistica».

Pasquale Tallarino

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