L’INTERVISTA

Susini presenta la matricola «Attenzione a Tajarol e Perrulli»

SALERNO. Il romano Carlo Susini, ex responsabile dell’area tecnica della Salernitana, fa da “Cicerone” granata in questa vigilia di trasferta nel Lazio. Come nasce il progetto Lupa Roma? «Dopo il...

SALERNO. Il romano Carlo Susini, ex responsabile dell’area tecnica della Salernitana, fa da “Cicerone” granata in questa vigilia di trasferta nel Lazio.

Come nasce il progetto Lupa Roma?

«Dopo il trasferimento ad Aprilia, si è un po’ perso il legame col territorio. La nuova gestione della Lupa Roma, compresa la leva calcistica dalla quale proviene qualche pezzo pregiato dell’attuale prima squadra, è nata infatti 3 o 4 anni fa a Frascati quando il loro presidente ha deciso d’investire nella Lupa Frascati dall’Eccellenza».

Chi è Alberto Cerrai?

«Persona ambiziosa che si avvale di un buon ds, Bifulco. La società ha questa filosofia apprezzabile della squadra giovane con media età di 25 anni per non perdere i contributi federali. Occhio: è giovane come età media ma davanti non ha gente di primo pelo».

La Salernitana chi deve temere?

«Tajarol ha il gol nel sangue e ne ha fatti tanti a tutte le latitudini: se segni oltre 200 gol nei dilettanti, non perdi l’abitudine in C. Poi c’è Perrulli che ha esordito con me a Viterbo nei prof. quando facevo l’allenatore. Avemmo all’inizio dei contrasti perché mordeva un po’ il freno. Poi quando è esploso è stato speciale. Ricordo che partimmo tardi perché fummo ripescati col Lodo Petrucci, era già la quarta giornata, dovevo fare la squadra, visionai Perrulli in un provino ma la società non voleva prenderlo. Dissi di osare e concordammo una specie di premio: se avesse fatto male, non mi avrebbero pagato; se fosse andato l’anno dopo in categorie più importanti, avrei avuto un riconoscimento che non è mai arrivato. L’anno dopo Perrulli era in A con l’Ascoli».

I giovani più interessanti?

«Santarelli, Faccini, Frabotta giovane all’anagrafe ma già con sufficiente esperienza. E poi Cerrai e Celli che vengono dal vivaio. Celli, difensore del ’94, l’avevamo adocchiato con Nalini. Poi lui ci ripensò».

Il suo pupillo Prevete?

«Volevamo buttarlo dentro in D quando si fece male Nicodemo ma poi decidemmo di giocare con i giovani in mezzo al campo. In C2 ci fu un altro abboccamento...».

Salernitana favorita?

«Lupa temibile in casa, ancora imbattuta. La gara, però, può perderla solo la Salernitana ma deve fronteggiare coi suoi difensori più forti un attacco che la butta dentro. Fin qui il mestiere degli stopper e la capacità dei giocatori - più che il gioco - stanno facendo la differenza per i granata. D’altra parte è così che si fa l’andatura. La “guerra calcistica” si vince con le armi vere e non con i fuochi d’artificio».

Gabionetta è un fuoco d’artificio?

«Macché, ha grande qualità e grande forza e diventerà importante. E’ stato male e deve trovare la continuità. Pure Calil è stato contestato ma è uscito fuori e ora fa la differenza».

Lotito l’ha mai ringraziata per Nalini?

«Chi deve sapere sa e chi doveva parlare ha parlato. Con Lotito il rapporto resta buono. Per il resto non sento più nessuno di Salerno: mai creato legami morbosi coi giocatori e mi vanto di non esser stato compagno di merende di qualcuno». (p. t.)