LA SOCIETà

Susini al lavoro ma senza nomina Il ds Mariotto sempre più defilato

SALERNO. La rivoluzione d’autunno è un’impresa compiuta a quattro mani: in calce alla metamorfosi granata c’è la firma non solo di Perrone ma anche di Susini. Il direttore - così lo chiamano tutti ma...

SALERNO. La rivoluzione d’autunno è un’impresa compiuta a quattro mani: in calce alla metamorfosi granata c’è la firma non solo di Perrone ma anche di Susini. Il direttore - così lo chiamano tutti ma il ruolo somiglia più a quello del coordinatore e, nel dubbio, la Salernitana ancora non ufficializza - è l’uomo che ama il backstage ma sa anche quando camminare nel sole. Susini oggi è la persona di fiducia di Lotito: compare poco ma conta un bel po’ nel nuovo management. Quando è in vena di scherzi, è solito ricordare d’essere cresciuto in borgata: significa che ci mette poco ad intuire e adattarsi al contesto che muta.

Nei mesi del «fuori tutti – dissero i proprietari - per non lasciar scontento qualcuno», ha tessuto una tela paziente e lunghissima ed ha tenuto sempre acceso il lumicino della speranza. Ritornare in granata, un giorno, gli avrebbe fatto assai piacere. Alla fine il cerino non gli è rimasto in mano: quando Lotito ha avuto le tasche piene di una Salernitana fragile, irriconoscibile, nervosa e litigiosa, ha chiamato il romano e gli ha detto di far salire sulla scialuppa di salvataggio anche Perrone, Fantoni e Grilli. Il cerchio si è chiuso ma nel cerchio, adesso, bisogna imparare a convivere pure con chi c’era già ed è rimasto. Com’è la convivenza con Mariotto? Il rapporto – dicono - è di reciproca stima professionale: in pubblico sboccia e sfocia il giovedì nella partitella di calciotto sui campi del Siulp, un test “in famiglia” che serve un po’ a serrare i ranghi tra i dirigenti. Evidente, però, che la via maestra di Lotito, nelle scelte delicate, conduca all’interlocutore Susini, oggi consigliere fidato e privilegiato. Susini ha rappresentato la Salernitana nell’ultima riunione sul delicato tema della frode sportiva a Roma; sempre Susini – riferiscono delegati di altri club – ha rappresentato i granata nell’ultima assemblea di Lega Pro. Insomma fa il dirigente a tutto tondo.

Mariotto, invece, ha un incarico, ha l’abilitazione da direttore sportivo, è a busta paga, ha una stanza in sede, con l’addetto stampa accompagna di mercoledì i calciatori per le iniziative di solidarietà. Di giovedì, divide la panchina di servizio con Susini all’Arechi ma la domenica, quando si gioca in casa, è Susini a balzare in sella con Perrone per vivere gli umori, le tensioni e le pressioni della buca. Loro – Carlo e Carlo – fanno coppia fissa. Mariotto, invece, se ne sta in tribuna: col Campobasso ha visto la partita con Bruno Iovino. Osserva, ascolta, avalla scelte: ha visto prendere il portiere Dazzi mentre lui, prima di spegnere la luce sul mercato, aveva trattato Frattali e Rossi.