Sottil felice solo a metà per la vittoria

«Dovevamo chiuderla prima». Il portiere azzurro: «Dedicata al patron Trapani»

PAGANI. È soddisfatto Sottil. Il tecnico degli azzurrostellati sottolinea l’importanza della vittoria: «Alla vigilia lo avevo detto che era una gara difficile: affrontavamo una squadra tosta, che ha tenuto viva la gara sino alla fine. È stata una bella vittoria, intensa, anche se sofferta nel finale». Sottil non nasconde il rammarico per la gestione finale della gara: «Dovevamo chiuderla prima quando nel primo quarto d’ora con Caccavallo, Calami, Herrera abbiamo avuto tante occasioni. È logico che alla lunga, con la fatica che comincia farsi sentire, rischi di pareggiarla. Nell’ultima parte della gara siamo calati e loro sono venuti fuori. Ma abbiamo resistito».

Sottil non risparmia elogi ai due protagonisti del match contro il Lamezia, ossia Herrera e Marruocco: «Il primo ha fatto un gran gol, anche se a volte è troppo lezioso. Marruocco non l’ho scopro io: ha fatto alcuni interventi importanti ed è uno dei migliori portieri della Lega pro».

E il portiere azzurrostellato ha una dedica particolare da fare per la sua superlativa prestazione: «La vittoria e la buona prova personale sono per il nostro presidente Trapani e per suo fratello che tutti noi ci auguriamo che possano chiare la loro situazione e tornare a seguire da vicino la nostra squadra».

Diversa l’analisi della gara di Erra, tecnico salernitano del Lamezia: «Credo che la mia squadra abbia dominato per gran parte dell’incontro. Abbiamo preso un palo in avvio di gara, poi la gara l’abbiamo controllata bene. Non ricordo parate del mio portiere nel primo tempo. Sul finale della frazione iniziale è arrivata la prodezza di Herrera, anche se il pallone glielo abbiamo servito noi di testa. Nel secondo tempo, poi, la Paganese, tranne il primo quarto d’ora dove ci ha creato alcuni problemi, ha fatto poco. Il nostro è stato un arrembaggio continuo, vanificato solo dalle prodezze di Marruocco».

Chiarito anche il trambusto a fine gara: «Non è bello che un calciatore che ora comincia ad allacciarsi le scarpe, il numero undici mi sembra, faccia dei gesti nei confronti della mia panchina: questa è cattiva educazione. Poi con Marruocco ci siamo chiariti».