Società e squadra sono più forti della Federazione

SALERNO. Lo scudetto in fondo ad un percorso stagionale praticamente netto: la Supercoppa, la Coppa Italia e il primato nel campionato di serie A1 di pallamano femminile. La Jomi Salerno ha fatto il...

SALERNO. Lo scudetto in fondo ad un percorso stagionale praticamente netto: la Supercoppa, la Coppa Italia e il primato nel campionato di serie A1 di pallamano femminile. La Jomi Salerno ha fatto il pieno (di titoli) e il vuoto (di avversari): mattatrice assoluta. E da ieri di nuovo campione (dopo altri due scudetti ed una finale nei triennio precedente) di un’Italia dell’handball circoscritta a soli sei centri, ridotti addirittura a cinque in corso d’opera.

Una società modello, una squadra quasi imbattibile, un seguito di pubblico caloroso e corposo. Ma questi meriti e questi numeri, uniti a sacrifici ed investimenti non di poco conto, finiscono quasi per essere sviliti dai dirigenti (!) di una Federazione colpevolmente autolesionista, recidivamente incapace, che non riesce a governare il proprio movimento - specie quello “rosa” - ad accattivare sponsor, a creare appeal nei media. Tollerati e “legittimati”, invece, una serie di pastrocchi (dalla radiazione del Teramo - che aveva vinto il tricolore appena un anno fa - alla rinuncia del Sassari - autorevole e indomita avversaria nelle tre gare di finale - a disputare l’ultimo impegno della regular season proprio alla Palumbo). La Jomi e Salerno (con quattro scudetti cuciti sul petto nell’ultimo decennio) avrebbero diritto a ben altro. E chissà che il nostro Nello Talento, mentre ieri premiava Coppola e compagne, non abbia già individuato una soluzione, dall’interno della giunta esecutiva Coni, per ripulire di scorie (e di certi dirigenti federali) questo limpido (e strameritato) scudetto.

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