«Sannino è il top in serie B»

Perinetti traccia l’identikit del neo tecnico e fa i complimenti alla Salernitana

SALERNO. Era ora: la panchina della Salernitana ha trovato il suo timoniere dopo un’imbarazzante ed estenuante farsa che ha giustamente fatto storcere il naso ai tifosi granata. Che possono adesso contare su un tecnico preparato, ambizioso. C’è da stare tranquilli, anche perché garantisce per lui il nuovo direttore sportivo del Venezia Giorgio Perinetti, il primo a scommettere su Giuseppe Sannino che sedette sulla panchina di quel Siena che sfiorò il miracolo in Coppa Italia: «Le semifinali della manifestazione tricolore furono sfortunate, gli autogol ci preclusero la possibilità di raggiungere uno storico traguardo grazie a Sannino. Sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta, ma resta comunque un lavoro davvero straordinario». Perinetti ha sempre creduto in Sannino: lo portò l’anno dopo pure a Palermo. Annata sfortunata, anche lì il tecnico di Ottaviano sfiorò un altro piccolo miracolo.

Perinetti, ci racconti meglio chi è Giuseppe Sannino.

«È una persona che s’è fatta da sola. Ha avuto una carriera dignitosa nei campionati di serie C1 e C2, ha vissuto esperienze di ogni genere su parecchi campi. Ha conosciuto ogni aspetto della vita, anche quelle parti meno brillanti e meno belle che però lo hanno aiutato a diventare quel che è adesso. E cioè un tipo diretto, schietto, e soprattutto una persona onesta».

E come allenatore?

«Anche qui: tante esperienze lo hanno formato col passare degli anni. È sempre partito dal basso ma s’è imposto dappertutto. Ha vinto tanti campionati, ha conosciuto tutti i gradini e piano piano li ha saputi salire con merito. È arrivato nel mondo dei professionisti perché ci ha sempre saputo fare. Insomma, su Beppe Sannino posso tranquillamente dire che la meritocrazia ha avuto la meglio. Ma quel che più conta è che ha una grandissima passione per il lavoro che fa: concetti tattici molto precisi che cerca di portare poi in campo».

Dopo un gol, Mattia Destro nell’esultare gli ruppe una costola. Situazione che dimostra il suo carnale e strettissimo rapporto con i giocatori.

«Esatto, e non è un aspetto da sottovalutare in una piazza calorosa e calda come quella di Salerno. Dopo Conte decisi di puntare su di lui anche per questa sua caratteristica, per questa sua passionalità e per il modo che ha nel vivere le partite. Pochi ricordano che a Siena con Sannino s’è eguagliato il record di punti in serie A, si è sfiorata una finale di Coppa Italia che avrebbe permesso anche l’ingresso in Europa League per una squadra che doveva salvarsi».

Sannino si troverà a lavorare in un ambiente deluso dall’ultimo campionato e da questa particolare vicenda: cambia qualcosa per lui?

«Assolutamente no. È preparato a tutto, non si farà frenare in nessun modo da tutto ciò. Quando lasciò il Watford per motivi personali era secondo in classifica, in una realtà completamente diversa dalla nostra. La delusione di Catania era dovuta ai contrasti con il preparatore atletico, poi però sappiamo come andò a finire lì».

Sannino ha tanta esperienza e conosce pure bene la categoria. Quanto può contare questo aspetto per una piazza come Salerno?

«Devono essere tranquilli a Salerno: Sannino è uno abituato a tutte le intemperie, non avrà problemi nemmeno da un punto di vista caratteriale. Si troverà benissimo, anche perché è campano d’origine. E mi auguro che possa fare il profeta in patria in una piazza che cerca rilancio».

Il mercato gli ha già regalato pedine importanti: un voto alle prime operazioni?

«Quelli li darà il campo. I voti dell’estate e della spiaggia servono a poco. Però complimenti al mio amico Angelo Fabiani: Vitale e Laverone li avrei voluti portare a Venezia ed è riuscito a rubarmeli».

A Salerno potrebbe arrivare anche Rosina: garantirebbe un bel salto di qualità?

«Ha dimostrato nelle sue esperienze di saper essere determinante. È un giocatore di assoluto livello, un leader che Beppe Sannino ha già saputo esaltare in più di un’occasione».

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