IL PERSONAGGIO

Salvatore Monaco, il gigante "salvato" dal mercato

Il difensore della Salernitana era pronto a ritirarsi, ma la chiamata del Grosseto lo fece desistere

SALERNO - La Salernitana ha un nuovo gigante di difesa. Con Schiavi rimasto solo a reggere la retroguardia dopo l’esclusione di Bernardini, fermato da infortuni e problemi contrattuali, l’arrivo di Salvatore Monaco dal Perugia, voluto fortemente dal ds Fabiani, ha rappresentato una manna dal cielo per il tecnico Colantuono. Un gigante buono, un ragazzone di 192 centimetri col sorriso sempre stampato sul volto. Sorriso che si trasforma in un ghigno di determinazione quando scende in campo, come sabato scorso contro il Carpi allorchè dopo poco più di 20’ è subentrato a Odjer. Arrivato in prestito con opzione di riscatto, Monaco ha anche il compito di migliorare la nomea del suo omonimo classe ‘72, anch’egli difensore, che vestì la maglia granata dal 1998 al 2000. La storia di Monaco è caratterizzata da un aneddoto degno dei più romantici dei racconti calcistici. Era l’estate del 2014 ed allora lo stopper classe ‘92 vestiva, da poco, la maglia del Taranto. Il giocatore si rese conto che in rossoblu non avrebbe trovato molto spazio e pensò addirittura di appendere le scarpette al chiodo. E così, nell’ultimo giorno della sessione estiva di calciomercato, Monaco era a Milano in cerca di una nuova collocazione, di nuovi stimoli. Dopo una giornata di sondaggi, arrivano le 22: a sessanta minuti dal gong finale, la possibilità che Salvatore Monaco si ritirasse dal calcio giocato diventò sempre più concreta. Il calcio però, come la vita, riserva sempre sorprese. Quel giorno la sorpresa aveva un nome e cognome, Piero Camilli, allora vulcanico patron del Grosseto. Camilli alle 22.40 era alla ricerca di un difensore centrale e gli si presenta davanti Monaco al quale disse: «Io ti do questa opportunità, ma tu devi guadagnartela sul campo». É presto detto, Sasà risponde con un perentorio: «Presidente, mangerò l’erba del campo».

Afn/Luca Esposito