Salerno e la sua provincia “feudo” bianconero

Sono tredici i circoli ufficiali di tifosi della Vecchia Signora. Pochi giorni fa l’ultimo nato ad Agropoli

SALERNO. L'ultimo nato ha pochi giorni di vita, il primo si avvia a spegnere le trenta candeline. Dallo Juventus Club Agropoli “Claudio Marchisio” - la cui sede è stata inaugurata martedì - a quello di Ascea Marina - di cui parliamo a parte - scorrono fili bianconeri che intrecciano la provincia di Salerno: è qui che pulsa la passione campana per la Juve. I dati del centro coordinamento presieduto da Mariella Scirea parlano chiaro: nella stagione 2011/2012, i club campani ufficialmente riconosciuti erano 18 con un totale di 3772 soci: più della metà (10) i salernitani. Che nel frattempo sono cresciuti: ad ora, sono tredici i club DOC, quelli cioè che hanno superato un filtraggio di incombenze varie (primi fra tutti, garantire un numero minimo di 80 soci ed una sede stabile). 

Se la Vecchia Signora da un po’ di anni con piacere all’Arechi, è perché si sente seguita, corteggiata, attesa. Un'amore che dura da anni, a dispetto di una lontananza che non spaventa chi guarda Torino come meta di pellegrinaggio, con partenza dalle proprie città. Più che altro, piccoli comuni. Già, perché a scorrere la lista degli affiliati, si trovano frazioni (Coperchia), paesi che faticano a raggiungere 2mila abitanti (Aquara, Felitto, Giungano), località isolate nella loro quiete (Bracigliano, Oliveto Citra, Olevano, Roccadaspide).

I fili bianconeri si arrampicano fino alle pendici degli Alburni (Sicignano) e scivolano sulla costiera cilentana (Agropoli), sfiorano la provincia di Napoli (Angri) ed accarezzano la Basilicata (Policastro), a corroborare la convinzione di Umberto Agnelli: «La Juventus è una passione che unisce persone di città, condizioni sociali, fedi politiche diversissime». Al di là dei giocatori, destinati a cedere il passo, sconfitti dal tempo. Non sempre, non tutti: certi campioni restano, non partono mai. É il caso del compianto Andrea Fortunato (due club DOC portano il suo nome), di Pavel Nedved, soprattutto di Alessandro Del Piero. Che, accolto da un abbraccio di affetto nelle altre amichevoli, ci sarà anche stasera: poco importa che non indosserà il suo “10”, che non lo si vedrà in campo; sarà presente negli striscioni preparati dai quattro club ufficiali fondati in suo onore. Il più giovane fra questi - lo Juventus Club di Coperchia, creato il 22 febbraio e riconosciuto il 27 luglio - ha decretato -tramite votazione - l'intitolazione della propria sede al Capitano il 20 maggio, proprio in concomitanza con l’ultima esibizione in bianconero, una settimana dopo l’emozionante saluto al pubblico di Torino. «Le bandiere piantate nel cuore non vengono ammainate», hanno motivato. Gli spettatori che stasera affolleranno l’Arechi concorderanno.

Giuseppe Piegari

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