Salernitana, un tesoro di punti nei derby

Ben 22 dei 55 attuali. E solo un’amarezza: la sconfitta nel recupero a Caserta. Calil, Mendicino e Nalini killer delle campane

SALERNO. Arriva il derby col Savoia, bisogna vincerlo e la Salernitana sa come si fa: fin qui ha battuto tutte le “cugine” tranne Benevento e Casertana, dalle sfide alle corregionali ha ricavato 22 dei 55 punti totalizzati. I derby portano bene e ogni derby ha avuto il suo killer: doppiette di Mendicino all’Aversa e di Calil alla Juve Stabia, reti pesanti di Nalini all’Ischia (andata e ritorno) e al Savoia un girone fa, ancora ruggiti da tre punti di Calil contro Paganese e ad Aversa. I tre calciatori ammazza derby – in attesa di Negro che è infortunato - saranno tutti in campo domani al Giraud.

Potranno essere a modo loro uomini derby pure il portiere e i difensori della Salernitana. Fuori casa, fatta eccezione per la partita di Caserta nella quale dovette soccombere su rigore, Gori non ha mai preso gol da squadre campane. Domani sarà in campo, perché il punto di sutura alla caviglia si è asciugato e il dolore è solo un fastidio: il calpestio del fondo sintetico del “Giraud” non gli toglie il sonno, “Ghigo” farà le prove generali di derby da Libro Cuore, perché il 7 marzo a Salerno c’è il Benevento, suo speciale e nostalgico passato.

Ai difensori, invece, spetta il compito di blindare pure questo derby perché sarebbe la quarta partita fuori casa senza reti al passivo: la Salernitana in trasferta è imbattuta dalla gara di Cosenza. Gare trampolino, raramente incidenti di percorso, molto spesso partite scaccia crisi e prove di forza: ecco il peso specifico e l’incidenza che hanno avuto fin qui i nove derby disputati dalla squadra di Menichini in campionato. Il 14 settembre, terza giornata d’andata, la partita con l’Aversa era già gara verità: finì in trionfo e in miracolosa rimonta ma a metà partita ci fu spazio solo per i sospiri e il sospetto che Lotito potesse ordinare il ribaltone in panchina. La tappa di Ischia, dieci giorni dopo, divenne la prima pietra miliare della stagione: derby importante e strategico pure quello, perché la Salernitana conquistò la terza vittoria di fila in trasferta (la quarta consecutiva in campionato) e la firma in calce al successo fu di Nalini che già irrompeva prepotentemente sulla scena, conquistandosi i galloni di titolare inamovibile. Poi l’11 ottobre arrivò il Savoia all’Arechi: un girone fa, Calil non era ancora il dominatore incontrastato dell’area di rigore, tant’è che in casa non s’era ancora sbloccato. Quella partita fu un’altra tappa spartiacque perché la Salernitana ricacciò nel vaso spifferi e veleni con una vittoria per 2-0 e soprattutto si aggrappò alle sue ali, Nalini e Negro, in attesa dell’esplosione del cecchino brasiliano. Altro derby, altro significato: a Benevento, la settimana dopo, la Salernitana mostrò ordine, compattezza, muscoli, una difesa di ferro; impose il pareggio ai sanniti nella prova di forza e con loro condivise la vetta della classifica. Il 22 novembre, invece, Calil (già bomber) realizzò il suo primo gol a una squadra campana: lob splendido e pesantissimo rifilato alla Paganese. Quel derby ebbe sull’altra sponda uno sfortunato protagonista: il difensore Bocchetti, ora alla Salernitana, inciampò sul pallone e favorì la magia di Calil. Dopo l’esaltante vittoria di rimonta (7 dicembre) in casa con la Juve Stabia, la sbandata di Caserta e l’atteggiamento troppo remissivo della squadra fecero suonare più di un campanello, il 6 gennaio. La Salernitana uscì dalla convalescenza il 25 gennaio ad Aversa arrestando il primo tentativo di fuga del Benevento e quindici giorni fa, con l’Ischia, ha rimediato a mezzo scivolone casalingo contro il Lamezia. Ora sotto col Savoia, prima della supersfida agli stregoni: nella rincorsa al primo posto, non tutti i derby vengono per nuocere.

Pasquale Tallarino

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