Ricci con il team manager Avallone

COPPA ITALIA

Salernitana, tanti volti nuovi in campo contro l'Alessandria

Non solo bomber Bocalon, grande attesa anche per Ricci, Pucino e Signorelli

SALERNO - Il paragone con Coda, all’alba della nuova stagione, sarebbe sciocco e un tantino irriverente: libero da ombre, fantasmi ed eredità, Riccardo Bocalon deve pensare solo a fare gol. Prima li farà e meglio sarà per gli obiettivi della Salernitana e per qualche goliardico sfottò. Alcuni tifosi, infatti, hanno già pensato di “utilizzare” il cognome del veneziano per confezionare stendardi e striscioni con frasi e allusioni da dedicare alla curva dirimpettaia, magari in posticipi serali, in fascia non protetta. Stasera, nella partita da Libro Cuore contro la sua Alessandria, Bocalon guiderà il ballo dei debuttanti. Bollini ne schiererà diversi, sicuramente uno per ogni reparto. In prima linea, Fabiani cercava un Riccardo e alla fine non ha preso Maniero ma un altro cecchino che attendeva la destinazione Salerno come l’ultimo treno che passa.  Bocalon è fortemente motivato, ha detto - ma ha anche dimostrato - che l’area di rigore è il suo habitat naturale. Ha segnato a raffica e se accadrà pure stasera, magari non esulterà. Dell’Alessandria, infatti, è stato alfiere e re di Coppa. Tutta la città si trasferì al “Meazza” per cullare un sogno, cioè spingere i grigi alla vittoria con il Milan. Il golden boy Rivera snobbò un po’: proprio lui, di Alessandria, assente per impegni istituzionali nella gara del secolo per i piemontesi.  E’ possibile che stasera Bollini si affidi anche a Signorelli a centrocampo, altro volto nuovo. Sarebbe la dimostrazione che il lavoro di questa settimana ha consentito all’ex Spezia di recuperare.  All’Arechi, alle spalle di Bocalon, ci sarà Ricci, che da queste parti aveva già incantato con il Grosseto. Un giorno, a Pisa, Ringhio Gattuso che l’ha allenato era meno adrenalinico del solito, in vena di profezie e rivelazioni. Gli chiesero di fare due nomi di futuri big. «Uno è Matteo Ricci, per l’età e per la qualità del suo gioco - rispose - Deve crescere ancora tanto, ma può fare la serie A, ha visione di gioco, tocca tanti palloni. Se migliora sul piano caratteriale e se matura ancora, può fare bene davvero. L’altro è Varela». 

Il secondo predestinato è andato all’Ascoli ma Ricci è granata. Sì, certo, un romanista a Salerno. Per lui Lotito ha fatto eccezione: è finito l’embargo, ha chiesto ai “cugini” di trattare, insomma è uscito fuori dai confini di Formello.  Da lì, invece, viene Marius Adamonis, ragazzone lituano transitato in prestito al Bournemouth prima che la Lazio lo prendesse e gli rinnovasse anche il contratto fino al 2022. La Salernitana attende Radunovic e non è un mistero. Oggi, però, toccherà al giovane Adamonis. Bollini è un fan di Rossi, sia Valentino che Vasco. Stasera, al termine della sfida all’Alessandria, potrebbe fare ricorso anche al repertorio di Rino Gaetano: «Ti amo Mario», anzi Marius. Se accadrà, significherà che Adamonis non avrà fatto danni. 

All’Arechi c’è già stato Pucino. Non solo nella notte del blitz del Vicenza (segnò un certo Signori, due volte) ma soprattutto in un pomeriggio infuocato, nel 2011. La Salernitana era vicinissima al capolinea, la gente l’aveva capito ma si sforzava di cullare un sogno-illusione: la promozione in serie B per saldare tutto, per restare a galla, per evitare il default. Così l’Alessandria di Pucino, allenata da Maurizio Sarri, venne a giocare l’andata della semifinale playoff in un clima da bolgia. Il terzino fece bene per un tempo ma poi fermò Ragusa con il fallo da ultimo uomo e fu espulso. Oggi, contro la sua Alessandria, un’occasione in più per dimostrare a tutti quanta strada abbia fatto.