MAGIC MOMENT

Salernitana, suggestione Venezia

Colantuono sogna un blitz come quello del 1997 che valse la vetta della serie B

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SALERNO - Fino all’ultima suggestione. Ché c’è un tempo per tutto e questo, per Salerno, è il momento di riscoprire emozioni antiche, che s’erano perse nella notte dei tempi. «Never give up», scrive Davide Di Gennaro su Instagram, una dichiarazione d’intenti ora che s’è (ri) preso una maglia da titolare e non ha più alcuna intenzione di lasciarla. Qualcuno, su questi social che son pozzi di memoria, ricorda che proprio «non mollare mai» era lo slogan che ventun anni fa accompagnò la cavalcata in serie A. Maledetto tarlo nella testa, il campionato di B 1997/’98. In quella stagione la Salernitana si piazzò in vetta una domenica di dicembre, dopo una vittoria a Venezia. Sì, proprio lì dove dopodomani si torna con la prospettiva - assai remota, certo, ma va’ a dirlo adesso a chi gongola in quel dolcissimo amarcord - che un colpaccio possa valere un clamoroso primato, aritmeticamente distante due punti. Fino all’ultima suggestione, allora. Perché la vittoria sul Livorno è un’onda (granata) altissima, che spinge il cavalluccio marino verso la Laguna con il morale alle stelle e con così tante certezze che s’inizia a perdere il conto. La forza della squadra di Colantuono , del resto, fin qui è stata proprio aver trovato continuità di risultati e prestazioni pur senz’avere ancora una “formazione tipo”, un undici che si ricordi a memoria. E allora anche un’assenza probabile e pesante, come quella di Migliorini , uscito acciaccato mercoledì sera all’Arechi, può portare meno ansia. In Veneto, in fondo, al centro della difesa ritorna capitan Schiavi , passato il calvario della squalifica, e a volerla sintetizzare con un sorriso sornione è un imbarazzo in meno cui l’allenatore deve dar conto in così tanta abbondanza. Per paradosso ma neppure tanto, infatti, un altro infortunio sotto valutazione dello staff medico, che ha colpito Castiglia , “aiuterebbe” a confermare dal 1’ Di Gennaro, il talento che ha già detto (e scritto) di non voler mollare mai e che, se l’infermeria restituisse a Colantuono un integro Akpa Akpro , a Venezia potrebbe andare a formare un terzetto di centrocampo da far invidia, con l’ex capitano del Tolosa e l’insostituibile Di Tacchio , lo stacanovista indistruttibile. Valutazioni rinviate all’allenamento di oggi, prima della partenza anticipata di ventiquattr’ore per il Veneto, dove l’ippocampo svolgerà la rifinitura domattina. Fino all’ultima suggestione. Varrà prima di tutto per Riccardo Bocalon , che con tre gol in quattro giorni s’è preso la Salernitana come in un anno e mezzo non era mai accaduto, e adesso va a (ri)giocarsela a casa sua, contro quella che da sempre, per diritto di nascita, è la sua squadra del cuore. Veneziano e di fede arancioneroverde, “il doge” era un ragazzino della Curva Sud del Penzo (ora amica e praticamente gemellata con gli ultras granata), lì ha famiglia, amici ed estimatori. Il “se segno non esulto” non l’ha ancora annunciato ma è scontato, come certo, del resto, è il suo desiderio matto di colpire ancora, al tramonto d’una “settimana da dio”, nello stesso stadio che nel lontano 1997, quando Bocalon non aveva ancora compiuto otto anni, incoronò un bomber che fece storia all’ombra del Castello d’Arechi, Marco Di Vaio , l’uomo della doppietta, quel giorno, con “la capolista se ne va” a far da sottofondo. Fino all’ultima suggestione…

Dario Cioffi