SERIE B

Salernitana-Reggina, le probabili formazioni

Debutto fra silenzio e scetticismo: ora tocca ai calciatori riconquistare i tifosi

SALERNO - Il pallone c’è, però manca l’animo del popolo che si mobilita per calciarlo. Il racconto di Salernitana-Reggina, la prima pagina del “grande romanzo popolare a puntate” come Alfonso Gatto definiva il campionato di calcio, non può che cominciare da qui. Da quel che maledettamente manca nel giorno in cui ci si svegliava presto al mattino, anche se c’era poco altro da fare. Sì, perché il debutto era un momento speciale, l’interminabile e sfiancante attesa di 90 minuti per tornare a vivere dopo l’astinenza d’una estate senza partite vere e all’alba d’un cammino in cui tutti partivano con l’ambizione d’osare. Figurarsi il vecchio cuore granata, che non s’è mai rassegnato a dar retta a quelli che non credono ai sogni con la scusa d’esser grandi.

Così, nel silenzio dell’Arechi, alle due del pomeriggio si parte dalla sfida contro la Reggina di Toscano, neo promossa dalle dichiarate ambizioni che arriverà a sfidare una squadra rinforzata last minute e che dovrà trovare nell’istinto l’arma per non steccare un debutto che vale moltissimo dal punto di vista emotivo. Castori, che alla prima conferenza stampa via Zoom è stato telegrafico e diplomatico, andrà di 3-5-2, unico sistema di gioco che può garantirlo con Dziczek ancora in ospedale dopo un misterioso malore su cui si sta indagando e Di Tacchio squalificato (ultimo “regalo” della notte da incubo contro lo Spezia).

C’è un solo regista, Schiavone, e sarà “scortato” da due mezzali adattate come Cicerelli e Kupisz. Sulla stessa linea Casasola e Curcio spingeranno sulle fasce per innestare il tandem d’attacco. Lì, accanto a Djuric, dovrebbe esserci già dal 1’ Tutino, il colpo più importante dell’estate, chiamato a “giustificare” i tempi d’una trattativa maratona. Come l’attaccante di proprietà del Napoli, arrivato sempre due giorni fa, debutterà anche Belec tra i pali, e avrà in Veseli (favorito su Migliorini), Aya e Lopez (abbassato sul centrosinistra di difesa) il terzetto chiamato a guardarsi da brutti clienti come Denis e Menez, che hanno sì 72 anni in due, ma pure storia e qualità impressionanti.

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