AMARCORD

Salernitana, quando il Del Duca fu la giusta Strada

Sul blitz del ’95 la firma di Pietro, tra i migliori talenti nella storia dell’ippocampo

Non è l’unica, ma “quella” vittoria ad Ascoli del 2 aprile 1995 fu bella perché portò la firma di un calciatore che regalò ai tifosi salernitani giocate che erano merletti di Calais usciti dai telai “Leavers”. Pietro Marco Strada illuminò un triennio granata indimenticabile in cui spiccarono anche il “re del gol” Giovanni Pisano e gemme di mister Delio Rossi come Antonio Chimenti , Salvatore Fresi , Massimano De Silvestro , Roberto Breda , Francesco Tudisco e Claudio Grimaudo . Ad avere un regista come Strada, Gennaro Tutino a ogni partita avrebbe almeno tre corridoi liberi verso la porta avversaria. La Salernitana espugnò il “Del Duca” grazie a un’autorete di Marcato e a un gol di Pietro Strada, che si confermò elemento di classe limpidissima, a parer nostro uno dei granata più completi di tutti i tempi. Lo ricordiamo centrocampista e rifinitore continuo, attento, elegante, intelligentissimo.

A Salerno trovò l’ambiente ideale e sfiorò la promozione in serie A. A Bergamo nel match clou del campionato riportò la squadra in parità, ma il gol che valeva la promozione lo segnò l’Atalanta, lasciando i granata in B. Strada, comunque, nel massimo torneo arrivò il 7 settembre 1996 giocando Parma-Napoli, finita 3-0. Dopo Delio Rossi, che lo gestì al massimo, Pietro Marco ebbe la fortuna di incontrare sulla sua strada Carlo Ancelotti , che ne fece un pilastro del modulo della Reggiana programmata per la serie A. Il bresciano giocò 30 partite e, oltre a mettere ordine e propulsione nella trequarti, segnò anche 8 reti, dividendo con il russo Simutenkov il titolo di miglior marcatore della squadra e centrando la promozione con un suo supergol a Verona. Il rendimento di Strada fu così alto che l’anno successivo Ancelotti lo fece acquistare dal Parma per 3 miliardi e mezzo di lire e lo portò in Champions League. Strada sembrò volare e, infatti, Cesare Maldini lo convocò per un’ amichevole della Nazionale, candidandolo per i Mondiali di Francia. Era quasi fatta, ma il ginocchio sinistro cedette nell’incontro di Champions Borussia Dortmund-Parma e fu l’addio a una carriera da star. Del resto già a Bologna, a 17 anni, il bresciano era stato frenato da un intervento a una caviglia, e a Siracusa era stato messo ko dalla rottura dei legamenti del ginocchio sinistro. Dopo l’ expoit a Parma, fu costretto a ripiegare sui campionati di seconda e terza fascia e, tuttavia, trovò ancora spunti di classe con la Cremonese pilotandola dalla C alla serie B. Quando, a 38 anni chiuse la carriera a Lumezzane, pensò di allontanarsi dal calcio, occupandosi di leasing, finanziamenti e banche, e seguendo i figli calciatori in erba. Ma ebbe un ritorno di fiamma dopo essere stato sui banchi di Coverciano.

Attirato dal calcio giovanile, conquistò uno scudetto Berretti con la Feralpisalò. Pietro Strada nonostante i gravi infortunati subiti, ha giocato 43 partite in serie A con 5 reti e 127 in serie B con 21 gol. Complessivamente le sue presenze tra i professionisti sono state 426 e 71 le reti realizzate. Nato a Brescia nel 1969, vestì la maglia della Under 18 nel 1987. La sua vittoria più prestigiosa fu la conquista della serie A con il Parma, però considerò indimenticabile la finale dei play-off vinta con la Salernitana contro la Juve Stabia al San Paolo. Valeva la serie B, ma sugli spalti furono presenti 40mila spettatori. Un pubblico così Pietro Marco Strada non lo vide nemmeno in Champions League. Per questo non ha dimenticato Salerno