IL PUNTO

Salernitana, papocchio granata; serve una guida

Salernitana incompiuta e sconfitta, a Monza scritta un’altra pagina non granata di una stagione ad oggi fallimentare. Non bastano dieci minuti per esaltarsi o nascondere un risultato negativo, la classifica piange e preoccupa. Così il libro dei sogni - ad esempio ippocampo nella parte sinistra della classifica - si assottiglia come il tempo per evitare un naufragio purtroppo annunciato da giorni. Ognuno si assuma le proprie responsabilità. Senza indugiare ulteriormente, invece, c’è bisogno di risolvere i problemi. E, soprattutto, serve chi li deve prevenire prima ancora che accadano.

In questa Salernitana, per non far affondare la barca irrimediabilmente, più del capitano coraggioso appare necessaria l’azione di un uomo fermo che sta dietro, che governa, decide la rotta, pianifica ogni movimento e poi consegna il tutto al ds ed all’allenatore che dovranno portare a termine la missione. Insomma per scacciare l’incubo della retrocessione in Serie B siano guida - senza timore - chiarezza e pugno di ferro del capitano di impresa che decide guardando alla realtà, ad ogni costo, e che, però, a traguardo tagliato ne ottiene i maggiori benefici.

È una differenza sottile ma molto importante, da cui può dipendere il futuro della Salernitana in Serie A. Siamo certi che il presidente Iervolino - a malincuore - ne sia conscio. Questa Salernitana - a cui proprio lui ha evitato l’onta della cancellazione dai campionati - è unicamente sua e, pertanto, a Iervolino spetta la giocata per dare scacco matto alla crisi sotto gli occhi di tutti. Il 3-0 patito con i brianzoli dimostra che le scelte fin qui fatte non hanno sortito gli effetti sperati. E che pure il patron non ha più tempo per evitare di finire sulla lista dei responsabili, dopo essersi speso.