Salernitana-Novara, gli opposti destini

Entrambe neo promosse: ora una lotta per evitare la retrocessione mentre l’altra sogna la promozione in serie A

SALERNO. Novara e Salernitana avevano vinto in Lega Pro, anzi stravinto. I piemontesi avevano tagliato il traguardo con 74 punti, 22 vittorie, la migliore difesa, 5 sconfitte e 30 reti al passivo. I granata s’erano laureati campioni con 80 punti nel girone C - record della categoria - , il maggior numero di vittorie, 24, e in trasferta, 12. Più vittorie consecutive di tutti, 6, filotto di 4 in trasferta. «S’è fatto 56 gol», ripeteva Menichini a fine campionato pensando soprattutto a Calil - il falso nueve, il suo pupillo - ed a Maikol Negro che Lotito trattenne a Salerno nella sessione di gennaio insabbiando lo scambio di mercato già fatto con Della Rocca. A fine campionato, Calil 16 gol in granata e Negro 10. A Novara, promozione in serie B festeggiata con le 15 reti di Evacuo, le 14 di Gonzalez, le 12 di Corazza. Dove giocano Calil e Negro? Non più nella Salernitana, dall’estate scorsa. Non più Gabionetta da gennaio, 11 gol in un campionato e mezzo. Non più Favasuli, che al Piola in Supercoppa realizzò un eurogol. Non più Gori, che nella competizione tra le regine della Lega Pro, con il trofeo in palio, subì tre gol, due di Evacuo e uno di Corazza. Dove giocano i vecchi spauracchi del Novara? Sempre lì, al Piola.

Dopo essersi separata dal vecchio allenatore Toscano, il Novara ha deciso di presentarsi in B con gli stessi califfi d'attacco. Sono rimasti tutti a disposizione, compreso Gonzalez e con l'aggiunta di Galabinov che Menichini ritroverà domenica da avversario dopo averlo testato a Lumezzane (arrivò in prova tre giorni, pescato da Nember), scelto, promosso da quarta a prima punta. Il Novara è ripartito dai piedi buoni e anche dalla forza fisica e duttilità: Dickmann, Garofalo, Faragò, quest'ultimo assai vicino alle 100 presenze in Piemonte. Ha aggiunto Faraoni - 30 partite da titolare - Troest reduce da 150 presenze in quattro anni in serie B prima di trasferirsi in Piemonte. Dopo una stagione in Lega Pro da protagonista assoluta, pure la Salernitana, come il Novara, ha ritenuto che il merito della conquista della B fosse soprattutto dei giocatori e un po’ meno dell'allenatore. Il problema non era solo di forma (Fabiani e Menichini non andavano d’accordo e adesso li ha rimessi insieme Lotito) ma anche di sostanza, perché l’allenatore non ha mai condiviso questa convinzione del direttore sportivo, poi fatta propria da Lotito durante la festa promozione: «Questa società tiene fede ai patti e sarà riconoscente verso quelli che hanno contribuito a conquistare la B». Con queste parole, pronunciate davanti a migliaia di tifosi in estasi dopo l’esibizione da tenore di Moro, Lotito blindava la squadra e delegava di fatto Fabiani a ripartire dalla vecchia guardia. Tanti in campo, anche in serie B. «Sette, otto ma compresa la panchina«, era invece il pensiero di Menichini. Alla fine è venuto fuori un mix. A differenza del Novara, che non ha cambiato ma potenziato senza sostituire, la Salernitana è ripartita dalla vecchia guardia ma non da tutta la squadra, ha pagato dazio, ha cambiato corsa ma non del tutto. Dieci mesi dopo la partita di Supercoppa persa 3-2 a Novara, la Salernitana ritorna al Piola con lo stesso allenatore, quello prima accantonato e poi richiamato, non più con la vecchia guardia che aveva confermato ma con pochissimi protagonisti della gara giocata in notturna, il 16 maggio. Ci saranno Moro e Bovo, forse Franco, forse Tuia, difficilmente Trevisan e di sicuro non in campo. Cambiati gli stopper e tutta la prima linea. Evacuo invece è sempre lì, già 11 gol in 27 partite. Corazza già a segno 5 volte e Gonzalez 7.

©RIPRODUZIONE RISERVATA