Salernitana, ma che jella

Colombo, Bagadur e Zito rischiano il forfait. Coda debilitato dalla febbre

SALERNO. Manca un allenamento alla partita di Novara e Menichini lascia il Volpe facendo un gesto che spiazza: si fa il segno della croce. La sua non è affatto rassegnazione ma eclatante richiesta di benedizioni, perché la Salernitana ne ha davvero bisogno. Ieri Zito ha rimediato una contusione al ginocchio. Contrasto fortuito e dolore passeggero ma il centrocampista, al quale l’allenatore aveva fatto capire da tempo d’essere scivolato indietro nelle gerarchie, si è fermato, ha voluto vederci chiaro ed ha immediatamente fatto ricorso alla radiografia che ha escluso guai. Non avrebbe giocato dall’inizio, ma il contrattempo crea intoppi, insinua dubbi, costringe magari a ripensare alle turnazioni ed ai cambi in corsa. Discorso in fotocopia per Colombo: avrebbe giocato e giocherà Ceccarelli ma l’ex Cittadella, che il trainer stava recuperando e rispolverando anche in vista di un 4-4-2 in corsa al Piola, si è rifermato per affaticamento, la sua convocazione è in bilico, in ogni caso non è al top. Non finisce qui. Coda, il capocannoniere della squadra, ha trascorso una notte insonne con febbre e diarrea ma ha stretto i denti e si è presentato senza indugi al Volpe, forse memore anche dell’esclusione dall’undici base rimediata a Perugia per aver fatto sfiammare un giorno il ginocchio. Menichini l’ha necessariamente alternato con Bus ma ha in mente la coppia Coda-Donnarumma e attenderà fino all’ultimo istante utile: è ovvio che se Coda stamattina dovesse presentarsi alla rifinitura ancora sfibrato dalla dissenteria, bisognerebbe accendere il lampeggiante e sarebbe in emergenza anche l'attacco. Bagadur non è uscito dalla sala massaggi, Oikonomidis è appena tornato dall’impegno internazionale con l'Australia, si è allenato, ma farà molto presto i conti con lo sbalzo di fuso orario. Nalini, dopo la cyclette, è rimasto a guardare l’allenamento per gestire l’edema al flessore e una dolenza al nervo sciatico. A Novara ci sarà ma sugli spalti, da spettatore. A corto di esterni e con l’eterno dubbio Franco-Rossi a sinistra, Menichini rinuncerà almeno in partenza al 4-4-2, potrebbe giocarsela col tridente ma opterà per il cappotto, cioè il 5-3-2. Non solo per emergenza ma anche e soprattutto per scelta - ritiene che la Salernitana sia chiamata almeno inizialmente ad una gara di copertura e sacrificio, fatta di marcature preventive - l’allenatore rinuncerà ai sistemi di gioco utilizzati all’Arechi e riproporrà la difesa a 5 (tre stopper, due terzini) che ha lasciato a desiderare a Terni e anche a Perugia. L’auspicio è che la differenza stavolta la facciano gli interpreti. A Terni, Menichini aveva Bagadur già sbocciato ma disse di non conoscerlo bene e utilizzò Pestrin da adattato, alla De Rossi, e soprattutto Ceccarelli da stopper. L’esecuzione del modulo fu disastrosa. Stavolta ha Tuia in rampa (non dovrebbe chiedere il cambio all’intervallo, come a Perugia) e clonerà la difesa schierata al Curi. In Umbria il banco saltò subito, perché Bisoli spostò Aguirre e la Salernitana, sotto di un gol, passò a 4 contro 3 con Tuia terzino e Ceccarelli da improbabile ala destra. Potrebbe capitare anche stavolta ma nell’abbondanza di centrali e penuria di ali Menichini potrebbe pescare Gatto, che ora è l’esterno più in palla e più in forma. Ha passo per il 4-3-3, lo si può adattare per il 4-4-2 (ipotesi probabile, in corsa) e soprattutto nelle prove gli è stato chiesto di alternarsi a Ceccarelli da quinto a destra.