IL COMMENTO

Salernitana, le falle di una programmazione inadeguata

Gli errori della società battono tutti gli alibi

SALERNO - Questione di volontà o meno nell’onorare gli impegni assunti. Lotito, Mezzaroma, Fabiani e chi ne ha facoltà riprenda il bandolo della matassa. Bando alle scuse, quindi, di chi si aggrappa a fattori esterni disconoscendo la fallimentare posizione in classifica di questa Salernitana che non mostra segni, tangibili, di miglioramento dentro e fuori dal campo. Perché il risultato, negativo fino ad ora, investe più di tutti chi ha programmato dettando le linee guida a quanti sono stati chiamati sin dall’estate a comporre la rosa dei calciatori come a gestirla. Il cambio di allenatore, con l’esonero di Bollini, nemmeno è servito. Spiazzato, forse, il successore Colantuono che si attendeva se non una rivoluzione della rosa almeno un’integrazione. A Milano, invece, il nulla di fatto che ha riconsegnato una squadra “senza amalgama” come diceva il presidente del Catania, Angelo Massimino, nel calcio prima di Sky, con la moviola di Sassi, gli arbitri sempre in divisa nera. Tornei con emozioni che questa Salernitana non riesce a dare ad un pubblico sempre più spazientito ed assente non solo allo stadio. Perché, si dica la verità, un club investe se vuole vincere. E lo Spezia, che ha strapazzato la Salernitana, a Milano è stato protagonista acquistando Mora, Palladino, Gilardino. Non tesserando solo svincolati, ma con il vincolo di tentare quanto ognuno sogna per la squadra del cuore. Non resta che ricucire gli strappi, per evitare il peggio. Altrimenti il destino è segnato, anche se la squadra dovesse salvarsi come chiunque si attende. Ma la proprietà, perché un presidente di fatto non c’è, scenda in campo con i fatti. Pensando a dare prima di ricevere.

Afn/Alfredo Boccia