SERIE A

Salernitana la favola continua, ma il meglio deve ancora venire

Fin da bambino io sognavo a modo mio, con la mia fantasia senza categoria. Ora son ancora qua non per la Serie A, questa è la mia vita difendo la città”. Passione grande per la Salernitana e la propria terra, questa è la gente di Salerno. Arcobaleno di emozioni  capace di regalare, anche sotto il sole o la pioggia. Come ieri nel sabato della festa in onore della “Bersagliera” che all’Arechi ha ricevuto da trentamila sportivi l’abbraccio per la permanenza in serie A conseguita con anticipo. Identità in nome della squadra del cuore ancora una volta inebriante ed esplosa non solo all’interno del “Principe degli stadi”. Di pari passo anche all’esterno, dove la vita scorre non sempre felice. Oltre il tifo, alle tredici dell’ultimo sabato di maggio appena trascorso, il coro dei tifosi a non fare sentire sola  la squadra che arrivava all’Arechi. Parole urlate con passione e  capaci di commuovere molti come il  gol della Salernitana al 97’ valso sul campo  il 3-2 all’Udinese. Brividi umani al passaggio in via Allende del corteo con centinaia  di persone festanti ad accompagnare, con amore e fumogeni, il torpedone da cui Ochoa e compagni hanno applaudito ricambiando tanto affetto. Chiaro che la squadra ha compreso   come questi non  sono solo tifosi, ma amici veri pronti a scendere in campo quando serve.

E quanta gioia all’Arechi che ha accolto più di sempre intere famiglie con bimbi i quali potranno serbare quella della Salernitana come una vittoria anche da loro conquistata. Oltre ad avere tutti l’opportunità di raccontare nel tempo il tripudio generato durante l’intera partita dalle “magie” della Curva Sud Siberiano - per spingere Iervolinandia al successo - con assist prontamente raccolto da ogni settore dello stadio. A tarda sera tanti racconti e molte gioie,  al di là del risultato. E più di qualche volto ha mostrato lacrime di commozione rimembrando altri giorni felici con il pallone a Brindisi calciato dal grande-indimenticabile capitano granata Agostino Di Bartolomei infilarsi in rete per l’addio al lungo inferno  nella serie C, lo spareggio di Napoli al San Paolo con vittoria nel derby contro la Juve Stabia pass valido per la promozione in B, il traguardo della serie A con Delio Rossi in panchina e dopo anni di infelice attesa, il fumo di morte alla stazione di Salerno del treno da Piacenza, due fallimenti societari, quella A riconquistata a Pescara due anni fa, le successive pastoie amministrative e non sportive all’insegna di multiproprietà e trust ad avvelenare chi ama il calcio ed immagina di dover discutere solo di calciatori e partite, l’incubo cancellazione dai ranghi della Figc scalciato solo la notte del 31 dicembre 2021 con i fuochi per la prima salvezza fuori dal terreno di gioco made in Iervolino, poi la seconda un anno fa dopo i quattro schiaffi sul campo amico contro l’Udinese con tutti ad attendere la fumata bianca da Venezia e la terza di questi giorni culminata ieri all’Arechi nel rinnovo del matrimonio con la squadra del cuore - sia nella buona che nella cattiva sorte - da parte del presidente Iervolino, dell’allenatore Sousa e, soprattutto, di un popolo dal cuore granata e sportivo che non conosce interesse oltre a quello di dire “Forza Salernitana!”.

Il resto è stato, è e potrà essere sensazioni, emozioni, parole non sempre descrivibili mettendo nero su bianco. Una infinita partita che resta addosso, anche all’uomo di passaggio. Supporter veri, quindi, questi della Salernitana e che la loro forza ricca di umanità son capaci di trasmetterla pure lontano dagli spalti. Come, in questa settimana solo l’ultimo caso di una lunga serie, devolvendo risorse in favore delle popolazioni dell’Emilia Romagna colpite dalla furia del maltempo. Una bella storia questa della Salernitana e della sua tifoseria. Destinata, evidentemente, a non finire qui. “Presidente, portaci in Europa” la richiesta d’amore dalla Curva Sud Siberiano a patron Iervolino durante i dieci minuti di orgasmo collettivo prima del fischio di inizio con l’uomo al timone  della Salernitana e la moglie a raccogliere l’abbraccio del popolo granata sotto ogni settore. La risposta acconsenziente del patron, sotto la Curva Sud Siberiano ed in pubblico al termine della gara, ha confermato la volontà dell’attuale proprietà di migliorare il progetto Salernitana. Altro, poi, l’alfiere dei sogni granata  potrà dire in piazza della Concordia durante la festa organizzata dal club giovedì 1 giugno  e in seguito, come fin qui, con fatti e non solo parole. “Macte Animo” per un nuovo ciclo granata, spirito di identità e quelle emozioni in nome della Salernitana e della sua gente che anche stamattina possono rendere la giornata migliore.