LA SFIDA

Salernitana-Frosinone, il grande rilancio di Rosina

Il capitano in campo dal 1' nel tridente con Bocalon e Sprocati

Fu vera gloria? L’ardua sentenza è affidata a Salernitana-Frosinone, che alle tre del pomeriggio di oggi dirà se l’impresa granata nel derby di Avellino resterà un’isolata pagina di storia, comunque già negli annali d’un campanilismo accesissimo, oppure verrà ricordata anche come l’inizio d’una svolta nella stagione della squadra di Alberto Bollini. La percezione del momento cruciale c’è. Adesso tocca capire: la gioia di Minala al 96’ si rivelerà euforia estemporanea o primo atto d’un’inversione di tendenza capace d’aprire orizzonti fino a qualche giorno fa insperati per il cavalluccio marino? L’interrogativo che stuzzica curiosità, mischiandola alle suggestioni, è uno dei temi d’una partita che nasce, inevitabilmente, come un test da “grande” per l’ippocampo. Perché al netto d’un rendimento non trascendentale nelle ultime 4 gare, i ciociari sono nell’élite dei favoriti per la promozione in serie A, dopo averla sfiorata negli ultimi play-off. La formazione di Moreno Longo arriva all’Arechi con le certezze un po’ scalfite, e a vederla sotto l’aspetto dell’emotività, più che dei valori tecnici, diventa ora più che mai avversario potenzialmente alla portata d’una Salernitana chiamata a cavalcar l’onda del colpaccio al Partenio-Lombardi. Certo, ai granata mancheranno “l’eroe” dell’Irpinia, Minala, e il centravanti che ha avviato quella rimonta, Rodriguez, però nello stadio con il nome da principe si respirerà aria buona, così che la positività dell’ambiente potrebbe giocare a sua volta un ruolo importante. Aggiungici l’umanissima “fame” di rivincita dei ragazzi di Bollini, che la primavera scorsa a Salerno presero tre schiaffi dal Frosinone, vedendo di fatto scorrere lì i titoli di coda sulle ambizioni “d’allungare” il proprio campionato alla post season, e il menu delle motivazioni si fa ancor più sostanzioso. Ipotesi, scenari possibili, tutto ovviamente da rinviare al verdetto del campo, conseguenza di 90 minuti in cui alla Salernitana spetterà il compito di far la partita, andando di 3-4-3 (o se vi pare 3-4-2-1, questione di dettagli che stavolta non fanno la differenza, perché tutto è legato alle performance degli interpreti più che alla mera collocazione delle pedine). È il sistema di gioco su cui il trainer di Poggio Rusco sta insistendo, e che potrebbe definitivamente risolvere l’equivoco tattico emerso in questo primo bimestre granata. Dipenderà molto da Rosina, che tornerà titolare dopo esser stato incisivo ma non decisivo nella ripresa ad Avellino. Il capitano non parte dal 1’ dal match d’esordio a Venezia, oggi avrà la grande chance nel tridente con Sprocati e Bocalon, cui spetterà il compito di non far rimpiangere Rodriguez, mentre il giovane Rossi inizierà dalla panchina, pronto eventualmente a far “staffetta” con il veneziano. Per il resto, benché Bollini abbia mischiato molto le carte nelle prove della rifinitura, le scelte dovrebbero essere confermate rispetto alle indicazioni della settimana. Pucino è favorito su Kiyine per giocare a destra, sull’out opposto a Vitale, mentre Ricci o Odjer completeranno il quartetto di centrocampo. In difesa, davanti a Radunovic, intoccabile il terzetto Mantovani-Schiavi-Bernardini. Farà 3-5-2 il Frosinone, orfano dell’asso del suo attacco. L’ex Dionisi, infatti, non è neppure salito sul pullman che ha portato la squadra a Salerno per gravi motivi familiari. Assenza che pesa, certo, però accanto a Daniel Ciofani giocherà Camillo Ciano, mica l’ultimo arrivato. E come alternativa in panchina c’è il fiscianese Citro, cuore granata per diritto di nascita che all’Arechi, con la maglia del Trapani, due anni fa già lasciò “di ghiaccio” la sua gente. Poco male, per superare il suo esame da big, e non dilapidare il patrimonio d’entusiasmo post derby, servirà una Salernitana a petto in fuori. Se fu vera gloria...