Serie B

Salernitana, Coda bomber già da 15 punti

L'attaccante di Passiano ha realizzato nove reti. Tutto è iniziato proprio contro il Verona che domenica i granata ritroveranno al Bentegodi

SALERNO. «Fai venti gol e ti porto alla Lazio». La promessa di Lotito, pronunciata in estate a Villa San Sebastiano, alla presenza del procuratore Galli, ha fatto arrossire Massimo Coda ma lo ha pure gasato. Ora il centravanti gioca con una marcia in più, rende da bomber, sogna la stagione da urlo con la Salernitana perché ha intuito che poi spalancherà la finestra sul calcio dei fenomeni. «Ha acquisito un valore di mercato importante», ha detto sornione Lotito. In attesa dei premi di tappa – quest'anno scatteranno bonus al dodicesimo e al quindicesimo gol di Coda – il co-patron ha inteso lucidare l’artiglieria pesante della Salernitana ma senza metterla in vetrina. Insomma si è limitato a mandare messaggi agli acquirenti che hanno provato ad inserirsi pure in queste ore, cancellando a suon di quattrini la promessa-opzione.

Se n'è pentito e quindi ci ha riprovato il Chievo Verona, che preferì tenere Inglese «e - aggiunge l'agente - forse si morde le mani anche il Genoa. Coda adesso è un giocatore da serie A ma resta a Salerno fino al termine del campionato, forte anche del suo vincolo che scade nel 2020. Ci sta bene, sereno, forte, consapevole che potrà segnare e sfondare ancora. Poi a fine campionato vediamo quali saranno i programmi di Lotito».

Il nono gol stagionale del bomber è stato pesantissimo pure stavolta: dopo aver vestito i panni del killer del Perugia, il 30 dicembre, si è ripresentato al primo appuntamento del 2017 stoppando il pallone di petto e indirizzandolo di collo destro al palo lungo. Botta secca, precisa, il lampo da tre punti (in totale 15 consegnati alla Salernitana), proprio come piace ai bomber. La forza di Coda, adesso, è la sua serenità: dopo la paternità, preceduta anche dalla decisione di prendere casa in città, il calciatore ha un proprio equilibrio, un mix di fatalismo e calma olimpica che è la sua ricchezza più grande.

Nulla gli fa ombra, neppure un cartellino di troppo, sebbene ingenuo, pesante e doloroso. La mente vola al 17 dicembre: l'unica macchia di Coda, in un percorso fin qui perfetto, è stata forse lo scivolone con il Carpi, il battibecco con il difensore e l’espulsione che l’ha privato del derby con l’Avellino. Ora si è riscattato con gli interessi e non vuole più fermarsi, perché il calendario consegna il Verona, la capolista. Per Coda è un cerchio che si chiude, perché tutto è cominciato all’andata, il 4 settembre: cross di Vitale e “terzo tempo” vincente del centravanti della Salernitana, quasi imitando Pazzini che quel giorno non c’era. È stato un gol catartico, un’iniezione di cemento armato anche nel suo rapporto con i tifosi della Salernitana. Proprio lì, all'Arechi, su quelle zolle che l’avevano consacrato bomber con Donnarumma la stagione precedente ma avevano restituito anche dubbi sulla possibilità che potesse riproporsi da mitragliatrice, Coda si è ritrovato, ha rotto gli indugi e non vuole più fermarsi. Ora è l'emblema della riscossa granata, il condottiero e la boa alla quale aggrapparsi, molto più di Rosina. Tutte le strade portano a Coda: al supermarket per la firma dei calendari, su facebook dove c'è una pagina dedicata a lui, “Il Magnifico”. C'è pure una strada che porta a Verona. «Sbanchiamo il Bentegodi». Ai gol penserà Massimo Coda da Passiano.

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