Salernitana, c’è anche la spinta dei tifosi

Cinquemila biglietti staccati in prevendita. Perrone: «Vogliamo vincere ma non è una finale». Mounard stringe i denti

SALERNO. I primi raggi di sole hanno riscaldato pure i cuori tiepidi: Salerno e provincia granata ieri si sono messe in fila, già 5000 tifosi hanno acquistato il biglietto, stamattina ci saranno altri assalti a ricevitorie e botteghini, dunque ci sono i presupposti per eguagliare almeno il record di presenze contro l’Aprilia (quasi 8mila).

«Dovremo dare qualcosa in più per ripagare lo sforzo della gente - ha detto l’allenatore della Salenritana Carlo Perrone - Il pubblico ci sta dando già una mano. Se poi magari dovesse esserci un pubblico maggiore e oltre ad essere pubblico pagante sarà pure pubblico che partecipa, il boato diventerà assordante e aiuterà ulteriormente la squadra». Creata la cornice, bisogna adesso fare la partita: arriva il Pontedera che non perde dal 6 gennaio, il primato della Salernitana è in pericolo ma con una vittoria la rivale toscana torna a distanza di sicurezza.

Dunque è la partita dell’anno. Tutti d’accordo? «Io no - ha detto Perrone - Non è una finale perché non emette un verdetto, non la carichiamo più del dovuto. È il giocatore che non deve farsi caricare: voglioso in campo ma non con l’ansia. Se capita, poi ci innervosiamo. Esempio: un passaggio forzato è dettato dall’ansia e diventa una palla regalata all’avversario».

Eppure Lotito ha tuonato. Alla stampa e con una telefonata in viva voce alla squadra ha detto che la Salernitana deve badare al primo posto, non a staccare i playoff. «Nessuno di noi guarda al terzo posto - ha chiarito il tecnico - però non sempre si possono vincere tutte le partite. Ci sono anche fasi nelle quali le cose non girano per il verso giusto, talvolta anche per episodi. Se arriva un pareggio andiamo avanti». Sarà un passo falso? «Sarà un pareggio e basta - risponde - se s'impatta giocando bene, sarà accaduto solo per sfortuna. Noi, però, pensiamo a far bene, mica ci fasciamo la testa». Poi ritorna sullo sprone-sfogo di Lotito: «Il presidente purtroppo non scende in campo. Capisco che è un dirigente e in certi momenti non può dare il proprio contributo fattivo, come capita a un giocatore infortunato o squalificato. Fosse per lui starebbe in campo e con le sue idee cerca di darci la carica. Questo gruppo però non ha dato segni di cedimento. Il campionato non è finito: dobbiamo sudarci la promozione. Siamo sempre tutti sotto esame, dal primo all’ultimo: per noi, dunque, è importante giocare per il presente e per il nostro futuro, quello che faremo ci ritroveremo».

Ieri mattina in rifinitura Mounard si è allenato regolarmente. Ha stretto i denti, sopporterà il fastidio al ginocchio, giocherà ed è stato provato rifinitore alle spalle di Guazzo e Ginestra. Mancini, quindi, sarà la mezz’ala. Da copione, Perrone non ha dato punti di riferimento, anzi per depistare ha messo un po’ di pepe sulla vigilia di Mounard. «Vi fissate tutti su Mounard come se fosse l’unico giocatore della Salernitana. Lui è uno dei ventitré che abbiamo. Non bisogna fare il tifo per i giocatori ma guardare il complesso. L’atteggiamento sarà di assoluto rispetto per il Pontedera ma non ci dobbiamo innervosire e pensare che la partita duri dieci minuti. Deve entrare in campo una squadra con la mentalità giusta, compatta, che chiuda tutti gli spazi e sfrutti le proprie potenzialità, che sono tante. Leggo che c’è un calo fisico. Tutto questo appannamento non l’ho visto».

Pasquale Tallarino

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