SERIE B

Salernitana-Bari, le probabili formazioni

La gara dell'Arechi si giocherà dinanzi a oltre 15mila spettatori

SALERNO - C’è una festa già pronta e un’altra da preparare. Salernitana-Bari nasce così, in un’atmosfera finalmente affascinante, che restituisce all’Arechi numeri sontuosi (oltre 15mila spettatori) e suggestioni d’alta classifica che da queste parti s’erano perse nella notte dei tempi. Bentornato entusiasmo, allora. Potere dei risultati che la squadra di Alberto Bollini ha messo in fila, una striscia positiva che solletica sogni e fantasie messi a dura prova, alle tre del pomeriggio, da un big match che profuma di blasone e ambizioni. Prima la festa dei tifosi, però. Quella va da sé, ed è cominciata fin da ieri sera, con l’arrivo a Salerno degli ultras del Bari, ospiti graditi dei gruppi della Curva Sud Siberiano nel rispetto d’un gemellaggio più forte del fuoco, annodato tra le radici della storia delle due torcide. Un rapporto di fratellanza lungo 34 anni, che vedrà nel pre-gara la sfilata, bandiere al vento, d’un corteo biancorosso e granata all’esterno dello stadio con il nome da principe. Poi, com’è logico che sia, ciascuno prenderà la propria strada, per poi ritrovarsi e riabbracciarsi al triplice fischio, perché i 90 minuti del campo che ci son di mezzo potranno pesare come piombo per il campionato del cavalluccio marino e del galletto. Bollini, che undici mesi fa esordì proprio contro i pugliesi, con la sconfitta del San Nicola, ha parlato d’«orgoglio, entusiasmo e piedi ben saldi per terra» nelle dichiarazioni della vigilia affidate al sito web del club. Ha detto che «sui dettagli si spostano le sorti delle partite», e sa benissimo che questa contro la formazione del “mancino mondiale” di Germania 2006, Fabio Grosso, presenta il massimo coefficiente di difficoltà. «È una gara particolarmente sentita, contro un avversario di spessore. Dobbiamo fare di necessità virtù, preparandoci a superare le difficoltà da gruppo, con una forte autostima ma anche con delle idee e delle soluzioni come abbiamo già mostrato di saper fare arginando con grande attenzione e praticità una squadra molto forte come l’Empoli», la ricetta prescritta dal trainer di Poggio Rusco per resistere ai tanti cerotti e venir fuori da un’emergenza che impone salti mortali. È pronto a stringer l’anima Gigi Vitale, il jolly d’ogni evenienza d’una Salernitana in cui fa l’attaccante, il rigorista, l’esterno di centrocampo, il terzino o, come in questo caso, il difensore centrale a seconda delle necessità. Il ragazzo di Castellammare proverà a cancellare i problemi fisici della settimana, per affiancare Mantovani e Pucino nel terzetto difensivo a protezione di Radunovic. Scelte forzate, sacrifici obbligati sull’altare d’un’infermeria (stra)piena, che comunque i granata non possono né vogliono trasformare in alibi. C’è più scelta invece in mediana, dove Bollini è intenzionato a (ri)consegnare a Gatto e Alex le fasce, puntando sulla regia di Ricci affiancato da Minala e Signorelli, anche se Odjer spinge per una chance dal 1’. Il ghanese ci spera e ancora più di lui il grande ex di questa sfida, Alessandro Rosina, favorito sul giovane Rossi per giocare in avanti con Bocalon. Farà 3-4-3, invece, il Bari di Grosso, esordiente nel “calcio dei grandi” ma che porta in panchina la storia dell’uomo che colorò d’azzurro il cielo sopra Berlino. Orfano di Basha e D’Elia, ripartirà dalla certezza d’un tridente d’attacco dal potenziale enorme: l’ex Improta e Galano esterni (14 gol in due), Floro Flores centravanti. Sarà in campo, in mediana, anche l’altro granata dello scorso anno, Busellato, a far reparto con Tello (il colombiano del “balletto proibito” che sfociò in rissa nella vigilia di Natale di due anni fa all’Arechi, quando giocava nel Cagliari), Petriccione e Fiamozzi. Salernitana e pugliesi hanno gli stessi punti ma storie di campionato diverse. Bollini ha gli uomini contati ma pure un’onda d’emotività da cavalcare. Sarà durissima, e però toccherà provarci. Ché, si sa, le imprese più complesse e quelle più “importanti” spesso coincidono...