Serie B

Salernitana, adesso si fa dura

Menichini sbaglia scelte e assetto, non un tiro contro il Modena. A Cagliari serve un’impresa

SALERNO. Spuntata, stanca, sballata, la Salernitana si consegna ad un finale di stagione da paura. Cassata e azzerata da Menichini che sbaglia completamente scelte, tattica, cambi e assetto, deve ringraziare il timido Modena per il punto preso all’Arechi davanti a 22mila cuori trepidanti che smettono di battere solo alla fine, tra fischi e incoraggiamenti.

È un punto che non fa classifica e nemmeno troppo morale: pallidi e pesanti, i granata chiudono in bianco la sfida della vita, accostata con troppe paure e senza nesso tattico, senza mai dare un segnale di vita, un sussulto, una speme. Scollegati i reparti: la scelta di puntare sulla coppia Bus-Donnarumma aberrante. Lo si era già capito nel corso della stagione ma il toscano cocciutamente l’ha riproposta fino al 98’, quando il fischio del mediocre Baracani avrebbe messo tutti spalle al muro: per salvarsi adesso serve davvero un’impresa, servirebbero due vittorie di fila – mai successo in stagione – servirebbe soprattutto afferrare i tre punti a Cagliari (può prendersi il primo posto), in uno stadio a festa e che sempre – ricordate l’anno della A? – ha riservato cocenti amarezze.

Serve un’impresa ma serve soprattutto un’altra squadra, un altro piglio, un’altra tattica. L’alibi delle assenze tiene poco: certo, Bus non è Coda ma la Salernitana poteva fare diversamente e invece ha rinunciato completamente all’offensiva, incartandosi contro l’equilibrato Modena. Senza nemmeno Ronaldo, Menichini ha riproposto il 4-4-2 ma stavolta i due esterni – Nalini ed Oikonomidis – non avevano appoggi. Mai serviti, mai profondi, mai in grado di trovare lo spazio e saltare l’uomo per servire in area i due attaccanti, costretti sempre ad andar raminghi.

E qui non è il senno del poi: Menichini avrebbe dovuto giocare con tre riferimenti a centrocampo, due esterni offensivi ed un centravanti. Così, invece, è andato a schiantarsi sul muro modenese. Scollegati i reparti, con un buco a centrocampo che costringeva sempre alle rincorse per tamponare le ripartenze ospiti e che impediva la costruzione del gioco, la Salernitana ha chiuso i 98’ della sfida decisiva, quella della vita, quella che avrebbe potuto regalarle la B certa, senza mai tirare. L’unico lampo una ciabattata di Gatto al 70’: ingresso tardivo come quello di Zito che, completamente svuotato dall’attesa, quando è entrato non è riuscito a dare la scossa.

In bianco, con un misero punticino nelle mani: a 42 ora sono in tre ma in caso di arrivo alla pari nella classifica avulsa granata sfavoriti e condannati agli eventuali playout (in questo momento col Latina). Destinazione probabile a meno di clamorose impennate o capitomboli, sul fondo e davanti: oggi c’è da tifare Pescara per tener dietro il Lanciano (e sperare che non riottenga il punto in appello) e dare solo una sbirciata ai risultati delle prossime due gare in cui gli intrecci tra chi punta ai playoff e chi deve salvare la pelle potrebbero dare una mano. A patto però che la Salernitana torni padrona di se stessa, che soprattutto torni ad essere una squadra. Perchè quella col Modena, ansiogena ed anemica, non riuscirebbe nemmeno ad arrivare a Cagliari, lì dove invece si giocherà tutto.

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