Rosina accusa l’arbitro «Il rigore era nettissimo»

Il capitano rivela: in campo Basha ha detto che aveva colpito la palla con la mano È incredibile la decisione assunta da Serra e dai suoi assistenti su quell’episodio

BARI. Era il protagonista più atteso della partita, davanti al pubblico che l’anno scorso è rimasto continuamente deliziato dalle sue giocate. Alessandro Rosina di nuovo al San Nicola, maglia numero 10 sulle spalle e fascia di capitano al braccio. Il colore della divisa era però il granata, Rosinaldo è tornato nella sua Bari da avversario e ha provato in tutti i modi a rovinare la festa alla città che ospita la moglie. Solo la sfortuna, questa volta, lo ha fermato. Due legni, uno per tempo. Al quarto minuto una traversa quasi a freddo, al 78’ il palo che avrebbe potuto riaprire la partita. Così come il rigore clamorosamente non concesso ai granata tre minuti prima: «È incredibile perché l’arbitro ha anche ascoltato una mezza confessione di Basha, non posso credere a una cosa del genere - rivela il fantasista dei granata - Anche il guardalinee poteva vedere, stiamo parlando di un episodio chiave che avrebbe cambiato tutto».

Ma condizionali e congiuntivi non vanno d’accordo con il calcio e la storia dice che il Bari ha vinto contro una bella Salernitana: «Il risultato è bugiardo perché abbiamo fatto una buona gara. Abbiamo ricevuto anche i complimenti dai giocatori del Bari e da Colantuono. Abbiamo creato tanto, contro una squadra molto importante: tutto ciò non fa altro che accrescere il nostro rammarico».

Quindi, il messaggio da capitano ai suoi compagni: «Ora non dobbiamo perdere lo spirito e la positività. Nei momenti di difficoltà il gruppo deve essere sempre più forte e coeso, ci sono ancora tante partite da affrontare e per invertire questo trend negativo dobbiamo solo impegnarci tutte le settimane». Con una nuova direzione in panchina: «Dobbiamo metterci tutti a disposizione del nuovo mister per fare qualcosa in più. Speravo che la mia giornata a Bari potesse essere diversa, penso di aver lasciato un buon ricordo l’anno scorso. Ho sempre fatto il mio dovere così come lo sto facendo qui, serve sempre tanta dedizione durante gli allenamenti. Continuiamo a lavorare così, migliorando su aspetti ancora negativi come le palle inattive».

Il vero tallone d’Achille della Salernitana, che da luglio non è ancora riuscita a trovare una soluzione al problema. Ieri il sesto e il settimo gol presi per un calcio di punizione o un calcio d’angolo avversari. Troppi. La colpa? Di nessuno. «Non so di chi fosse De Luca sull’1-0 quando ha segnato - ammette Alessandro Tuia - Queste sono disattenzioni che dobbiamo analizzare, nel calcio di oggi più della metà dei gol vengono siglati da palla inattiva. Bollini ci ha chiesto marcature a uomo su Maniero e Moras, io ero distante dall’azione dei due gol». Una partita ordinata, quella di Tuia. Il Bari non è stato molto pericoloso, ma il difensore di Civita Castellana ha comandato con carattere la linea difensiva, uscendo spesso palla al piede per far ripartire velocemente l’azione. Ma a vincere è chi segna: «Il nostro lo abbiamo fatto, ma ci è mancato il cinismo sotto porta. C’è rammarico perché si è vista una bella Salernitana che però, ancora una volta, non raccoglie punti fuori casa. La delusione è doppia perché c’era un rigore, nel dubbio l’arbitro ha sempre fischiato a favore del Bari. Usciamo da questo periodo con carattere e pensiamo già al Frosinone». Due giorni sotto la gestione Bollini e subito in campo con il 4-3-3: «È un modulo che dobbiamo saper interpretare. Il mister ci ha chiesto la massima disponibilità e noi abbiamo dato tutto. Abbiamo vissuto con dispiacere le dimissioni di Sannino, tutti noi lo abbiamo sentito a telefono. Ci ha detto di credere in noi stessi e non mollare mai».

Lorenzo Di Domenico

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