IL LEADER

Rosina, è l'ultimo treno con la Salernitana

Bollini lo schiererà nel tridente contro l'Alessandria con Bocalon e Sprocati

SALERNO - Non segna dal 17 aprile contro il Latina e non sogna da un anno intero: Alessandro Rosina, che della Salernitana è stato capitano e dovrebbe continuare a farlo, ha messo benzina nel serbatoio e – si spera – gol e assist nelle scarpette.

Con l’aggiunta di una fasciatura stretta alla caviglia destra: “galeotta” una buca nella quale si è imbattuto al termine dell’amichevole di Tolentino, sprofondando col piede. Lieve distorsione ma fortissime motivazioni: Rosina stringe i denti e all’Arechi ci sarà perché vuole riprendersi lo stadio a cominciare dal debutto in Tim Cup con l’Alessandria. Le aspettative del club e dei tifosi sono proporzionali all’ingaggio pluriennale che il fratello procuratore ha sempre considerato «non in discussione, perché gli accordi si fanno in due e noi non abbiamo costretto nessuno, al momento della firma».

Reduce da una stagione in chiaroscuro, dai mille volti e mille ruoli soprattutto durante la gestione iniziale di Sannino, Rosina ha fatto parecchio sospirare ma si è anche sottoposto a dolorose infiltrazioni per rendersi utile alla causa. «Non ho fatto il ritiro e l’ho saltato pure in inverno – ribadiva il calciatore nelle interviste della passata stagione – con più lavoro nelle gambe, il prossimo anno, spero che si possa rivedere il vero Rosina». Il ritiro è filato liscio, finalmente: Rosina ha riposato bene (nei primi giorni di romitaggio è circolata anche qualche foto del piano camere dell’albergo di Roccaporena, comprese le singole), si è concentrato sulla preparazione atletica. Tremendamente serio e concentrato, al punto da rinunciare, alla stregua di Della Rocca e Perico, alla gita escursione dedicata al rafting, cui ha partecipato il resto della squadra in un momento di relax.

Scelto perché faccia la differenza, confermato perché la Salernitana ha deciso di dargli un’altra chance e anche perché gli altri estimatori sono poco propensi a dargliela in ragione del suo cachet, Rosina va incontro sereno al proprio destino: deve “sfamare” Bocalon, deve illuminare la scena. Riparte, non a caso, da un lampo accecante, bellissimo, da categoria superiore: allo stadio Arechi, lì dove ritornerà nel tridente che probabilmen te beneficerà anche di Sprocati, Rosina sfoderò un assist al bacio per Massimo Coda, nel derby con l’Avellino. Guai, però, a presentare la prossima stagione del trequartista calabrese come quella del riscatto.

Anzi, Rosina ha già messo le cose in chiaro nella prima intervista rilasciata a Roccaporena: «Non devo riscattare granché, perché io ho fatto la mia stagione come l’ha fatta tutta la squadra. Non è che Rosina l’anno scorso ha fatto zero e quest’anno deve fare cento». Si appresta a festeggiare un anno di Salernitana: fu annunciato il 18 agosto 2016, il 26 giocò e segnò a La Spezia. Le vie del mercato sono infinite ma Rosina ha già sgombrato il campo da equivoci e tentazioni: «Quella di restare a Salerno a prescindere, come un dovere, non è una mia idea e neppure della società. Non si resta per forza se una persona non è felice, ma non è il mio caso. Questa divisione non c’è perché io sono in sintonia con la Salernitana: il club ha voglia di farmi ripartire in gra nata e io ho la stessa voglia di rivivere questa esperienza con i miei compagni. Questa sinergia continuerà. Il mister mi ha schierato come terzo attaccante a destra, è un ruolo che ho già fatto a Bari e che mi intriga». Ora la palla passa al campo e gestirla è Rosina.