CALCIO

«Ripartire senza privilegi»

L’Assocalciatori è disponibile ma non vuole corsie preferenziali sui tamponi

Una lenta ripartenza, irta di ostacoli. Che pian piano coinvolgerà anche gli amatori dello sport. Pierpaolo Sileri, viceministro per la Salute, ha messo in campo tanta prudenza nelle dichiarazioni di ieri: «Serve una posizione scientifica, gli stadi non possono riaprire al pubblico. È verosimile far ripartire il calcio a porte chiuse, ma da medico dico che potrebbe esserci comunque qualche problema perché i calciatori entrerebbero in contatto tra loro. Il protocollo è stato stilato in maniera appropriata, ma aspetterei ancora un po’ di tempo per valutare l’andamento dell’epidemia. Il numero di tamponi necessario potrebbe essere più alto di 1.400. Per quanto riguarda gli stadi, invece, è un problema relativo perché se non ci sono i tifosi non ci sarebbero rischi da questo punto di vista. Ovunque si giochi, va bene uguale», ha detto l’esponente del Governo. Aprendo invece in maniera più esplicita al jogging: «Il 4 maggio è la data prevista, ma avremo bisogno di adottare delle misure di sicurezza come la distanza sociale e le mascherine. Lo sport individuale si potrà praticare anche a livello amatoriale, ma non più di 40 minuti». Per la serie A, insomma, tira brutta ieri. Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha ribadito la sua posizione: «Il calcio ha il diritto e il dovere di fare quello che ritiene sia più giusto. Il calcio ho l’impressione che sia la serie A, è un loro diritto e un loro dovere completare la stagione se lo ritengono opportuno, dopodiché penso sia altrettanto importante e indispensabile prevedere una alternativa se questo, per motivi che sono facilmente comprensibili, possa non avvenire. Lo dico senza nessun tipo di polemica - ha detto il numero uno del Comitato Olimpico -. Per quanto riguarda il futuro ci deve essere una situazione di disponibilità e di offerta dei tamponi e dei reagenti che al momento nel Paese non c’è. Poi tra 15 giorni non so».

Sabato Romeo

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