il fatto

Reja invitato al “Mazza” «Che bello rivedere Vitale»

La “bandiera” biancoceleste sarà in tribuna: a Ferrara è partita la sua carriera «Sarà una gara piena di tensione. Gigi? Calciatore e professionista straordinario»

SALERNO. Più che un’intervista questo è un atto d’amore pubblico tra un signore del calcio ed una città che gli è rimasta nel profondo del cuore a distanza di anni. Edy Reja e Ferrara, un connubio perfetto ch’è nato nel lontanissimo 1961 e s’è prolungato ad oltranza, fino al ’68. Sette stagioni nella città che sabato pomeriggio ospiterà i granata. Lì dove cominciò tutto: nacque il calciatore Reja ma pure una coppia invidiabile. Edy e Livia, che si conobbero in quel tempo e che hanno attraversato assieme la vita. Ferrara, la città del football. O forse degli allenatori. Perché in quegli anni nella Spal di Paolo Mazza con Reja ci giocava anche Fabio Capello. E in tempi più recenti ha cominciato a formarsi da tecnico Massimiliano Allegri.

Reja, da dove cominciamo?

«Da sabato pomeriggio, quando sarà allo stadio, invitato dal presidente della Spal, insieme ad Oscar Massei, a salutare il pubblico. Ferrara per me ha significato tanto, mi è cara, ci sono rimasto cinque anni, è stato un esame di maturità, mi ha fatto diventare grande, o forse sarebbe più giusto dire adulto. Non pensavo dovessi essere chiamato, perché le generazioni del tifo di oggi non mi hanno conosciuto: e invece è stato un gran bel gesto da parte della proprietà. Sono felice di esserci e so bene che dovrò frenare l’emozione».

Il rapporto con Capello?

«Un’amicizia, ma in senso autentico, vero, che dura dagli inizi degli anni Sessanta. Cioé da sempre. Eravamo ragazzi, abbiamo mosso i primi passi assieme, ora siamo un po’ più avanti con gli anni, però non è cambiato assolutamente nulla. C’è un sodalizio forte, di famiglia, le nostre mogli erano amiche sin da quando erano bambine. Siamo friulani, assai simili».

Vedrà Spal-Salernitana e anche Vitale, l’uomo in più del momento in casa Salernitana.

«Rivedrò Vitale, che ho lanciato in serie A con il Napoli. Ci pensavo proprio ieri sera, durante la partita di Champions con il Benfica: otto anni fa, segnò proprio lui, ai portoghesi, nel 3-1 della gara d’andata che valeva il passaggio in Europa League. Al ritorno uscimmo, 2-0 per loro, prendendo un palo e sbagliando un gol clamoroso a porta vuota. Mi piacerà ritrovare Gigi, è stato sempre un bravo ragazzo, debuttò in maglia azzurra che aveva diciotto anni: è stato con me in C, poi in B, infine in serie A ed in Europa. Direi che abbiamo avuto molto tempo per conoscerci ed apprezzarci».

Che partita s’aspetta?

«Io sono in vacanza e dunque appaio distratto rispetto a quello che succede quotidianamente. Ma in una sfida del genere, tra squadre che cercano la loro identità in campionato, il rischio della tensione per il risultato è elevato. La Spal è una matricola, ma ha dimostrato di essere presente a se stessa, è stata sfortunata, anche col Perugia ha subito gol a poco più di 5’ dal termine. E comunque le ultime due sconfitte avranno alimentato il desiderio di rivincita. In B, ma si dovrebbe dire ovunque, guai attardarsi. È un principio generale. E comunque due ko qualcosa scatenano dentro un gruppo».

La Salernitana viene fuori, adesso, da un avvio difficoltoso.

«Ma ha vinto agevolmente col Trapani, che l’anno scorso ha perso la promozione in serie A sul filo di lana. Chi ha attaccanti che segnano così tanto, parte avvantaggiato; e in B se hai Rosina, Donnarumma e Coda sei già un piccolo passo in avanti rispetto agli avversari. Poi è chiaro che le gare hanno il loro sviluppo, ma la qualità dei bomber può rappresentare la differenza in campionati del genere. Sarà una partita da gustare fino alla fine».

©RIPRODUZIONE RISERVATA