BOXE

Pugilistica Salernitana, ritorno al futuro

Tradizione ma anche sviluppo per Santulli e Desiderio: «Il nostro sport non va ghettizzato, lavoriamo per il bene della città»

l titolo del romanzo di Jerome K. Jerome “Tre uomini in barca” si adatta a questo articolo. Solo che il terzo è sceso da un po’ di tempo e, in mezzo al mare, sono rimasti in due, l’avvocato Enzo Santulli e il maestro di boxe Emilio Desiderio . Rispettivamente presidente e istruttore-gestore della “Pugilistica Salernitana”. Il terzo è Enzo Casella , veterano di lungo corso erede diretto del mitico Mario Santucci , il “maestro dei maestri”. Casella ha fatto un passo di lato ma resta un punto di riferimento irrinunciabile. La barca è la “Pugilistica Salernitana”, la società che evoca gloriose battaglie di ring, ma anche problemi irrisolti sui quali si glissa a fatica. Ne parliamo in un’intervista incrociata con Santulli e Desiderio. Sono amici di lunga data. Hanno fatto tutto insieme. Anche a… cazzotti in quanto pugili nella stessa palestra e, benché di peso diverso, spesso salivano sul ring nelle sedute di sparring. Come se non bastasse ambedue hanno incamerato gli insegnamenti di Casella. Si stimano, hanno la identica visione del pugilato odierno e delle sue problematiche, e ognuno rispetta il ruolo dell’altro.

La Pugilistica vive di antiche ombre, ma resta un grande patrimonio della città. C’è stato un calo, è possibile recuperare ciò che si è perduto?

Santulli. Non è facile rispondere. Intanto è più difficile, rispetto a una volta, che i giovani si avvicinino alla boxe. Non solo perché è uno sport duro, ma perché non offre molte prospettive. Si combatte poco e le borse sono misere. Preparare un titolo costa sacrifici e mesi di allenamento. La sola gloria non è un incentivo. E poi i ragazzi sono assorbiti da telefonini, smartphone, tablet con i quali comunicano, chattano, giocano, leggono, comprano libri e ascoltano musica, stando comodamente a casa. Dimenticano le palestre e lo sport. In questo senso la pandemia non li ha fatti soffrire molto. Io avevo due passioni, boxe e moto, e non riuscivo a starne lontano in alcun modo. A Salerno, poi, c’è anche il problema degli impianti. Prendiamo il Vestuti. Situato, com’è, nel cuore della città, potrebbe essere un centro sportivo polifunzionale per eccellenza. Invece vive e fa vivere agli atleti e alle società vita grama. Non è questione di manutenzione, ma di gestione con intenti professionali.
Desiderio. Bisognerebbe capire se per calo si intende carenza di campioni o di ragazzi disposti ad avvicinarsi alla boxe. Nel primo caso posso, in parte, confermare quanto ipotizzato, ma si deve tener conto di un dato oggettivo, la nascita di tantissime società in provincia. Un campione come Gaudiano , oggi non combatterebbe per la Pugilistica Salernitana, probabilmente inizierebbe la sua attività a San Valentino Torio o a Pagàni. E, come lui, tanti atleti che, in passato, hanno dato lustro alla nostra società. Aggrava la situazione la mancanza di obiettivi indispensabili affinché un pugile possa dedicarsi a pieno e con motivazione ad uno sport duro e di sacrifici come la boxe. Qualora si parli di atleti in generale, nessun calo. In questi ultimi anni hanno frequentato la nostra palestra numerosi ragazzi. Vantiamo 17 agonisti e molti sono under 17. Il settore giovanile, in tempi normali, rallegra i nostri pomeriggi tre volte a settimana. Dodici-tredici ragazzini di età dai 6 agli 11 anni si allenano e si divertono in barba a tutti i pregiudizi che accomunano la boxe.

Mancano i pugili professionisti.

Santulli. È un problema generale, non solo nostro. Mi piace pensare che Emilio riuscirà a plasmare il materiale umano che ha. È stato un pugile che sapeva leggere l’avversario e con i giovani ci sa fare. Ha fatto anche esperienza nelle palestre statunitensi ed è per tutti, ma in particolare con quelli con una storia triste alle spalle, un fratello maggiore. Li capisce e sa aiutarli. Per me è il miglior maestro tra quelli in circolazione. Diamogli tempo.
Desiderio. Per le ragioni suddette è difficile arrivare al professionismo. Però c’è bisogno di sghettizzare il pugilato. Abbandonare l’idea che solo chi viene dal basso può tirare pugni sul ring, finire di attribuirsi con presunzione l’onore di salvare i ragazzi dalla strada, quello avviene in silenzio. A noi piace raccontare di Simone De Luca , atleta che durante il suo ultimo anno di attività, è riuscito, fra un combattimento e l’altro, a vincere una borsa di studio alla Bocconi di Milano.

La Pugilistica riaprirà presto le porte per assumere il suo ruolo nella città. Supererà questo momento difficile?

Santulli. Abbiamo un bilancio sano, che il maestro Desiderio cura con oculatezza. Siamo autosufficienti e in particolare contiamo sull’intraprendenza e la competenza della new-entry Mario Di Bartolomeo , al quale offriamo il ruolo di ds. Ha organizzato splendidamente i Duals a Vallo della Lucania e ad Acciaroli.
Desiderio. Puntiamo a una società forte, capace di supportare degli atleti validi. I miei insegnamenti si basano sulla capacità di imparare da ogni possibile esperienza o studio. Il primo allievo sono io. Mi piace ricordare ai ragazzi che alla loro età o maturazione sportiva, probabilmente avrei perso contro ognuno di loro, che avere paura non è una vergogna ed ognuno ha i suoi tempi. Non possiamo essere tutti grandi pugili, tutti però possono migliorarsi, la corsa va fatta su noi stessi. Al fianco del presidente Santulli si andrà avanti con serietà di intenti.