LA STORIA

Pugilistica Battipagliese, non solo il ring

Il progetto di Alfonso Truono da circa 30 anni è un punto di riferimento nella Piana del Sele: «Bei risultati e legami forti»

Nelle palestre salernitane i maestri hanno richiamato i loro pugili e, anche in tempo di pandemia, rispettando le regole mascherine, tamponi, disinfezioni, distanze - si è ripreso a lavorare con l’assillo di non accumulare troppa ruggine nei muscoli. Uno che si è dato da fare subito è Alfonso Truono , salernitano di nascita ma nome ben noto nella Piana battipagliese, dove ha messo le radici non solo pugilisticamente. In queste zone i Truono sono quasi una istituzione. Lui e il fratello Carmine incominciarono alla “Pugilistica Salernitana” con Mario Santucci e Giorgio Pappalardo e, dopo una discreta attività dilettantistica, decisero di ricalcare le orme dei loro maestri, aprendo una palestra a Monticelli, piccola frazione di Olevano sul Tusciano.

La chiamarono, con un po’ di supponenza giovanile, “Tempio dello Sport” e in pochi giorni la riempirono di ragazzi che, cresciuti tra leggendarie montagne di briganti e di drude, credevano di poter far confluire sul ring il loro naturale istinto di combattenti e tutta la carica esplosiva racchiusa nei loro muscoli di campagnoli e montanari. Tra gli allievi spuntò un mancino più forte e abile degli altri, Giuseppe Truono, il figlio di Carmine. Diventerà, come si legge in questa pagina, detentore di due titoli. Con il tempo Carmine e il figlio “emigrarono” ad Avezzano, in Abruzzo, chiudendo con la boxe; Alfonso, invece, non smarrì la strada sulla quale si era incamminato e fondò la “Pugilistica Battipagliese”. E oggi, dopo circa 30 anni, lo troviamo ancora a portarla avanti assieme ai suoi ragazzi che lo seguono ciecamente. Com’è sua abitudine non si lamenta. La società ha una sede stabile nel ventre dello stadio “Pastena” e sia il maestro che gli allievi sono tenuti in gran conto dalle autorità comunali. Truono ha un solo grande cruccio, la perdita del suo più prezioso collaboratore, Angelo Mammone , «appassionato e competente, un signore nato », sottolinea con tono commosso. Per trasmettere alla sua pattuglia i valori basilari della noble art , il vecchio lupo del ring richiama parole come rispetto, onestà intellettuale, lealtà e impegno sportivo, civile e sociale.

Di professionisti in palestra ne è rimasto uno solo, l’italo- brasiliano Ricardo Pompeo Mellone , trentaduenne, un grande maratoneta del ring. È nato a San Paulo, ma ormai può considerarsi un battipagliese- ebolitano a tutti gli effetti. È uno dei pochi pugili ad aver disputato, fino ad oggi, cento match dilettantistici e ventisei da prof. Da dilettante ha incontrato anche Dario Socci e Vincenzo Mangiacapre . È praticamente nato nella palestra del “Pastena”. Abita a Eboli e combatte ovunque lo chiamino. Nel Salernitano è molto noto tra gli appassionati di boxe, che lo hanno applaudito come un leale “collaudatore” di giovani talenti locali. Da professionista vince poco perché un “collaudatore” non ha una scelta diversa, ma non si preoccupa degli avversari che gli propongono né dei verdetti. «Pompeo il mestiere lo conosce bene - dice Truono - Sa stare sul ring con giudizio, è sveglio, intelligente, educato e si allena con ragazzi che gli vogliono bene. La sua boxe è corretta, perfino piacevole. Quando non combatte, lavora come personal trainer. Era con noi anche un peso massimo di origine rumena, Ovidio Enache, risiedeva a Capaccio e lavorava a cottimo nei campi. L’anno scorso si è trasferito a Piacenza. Un ragazzone serio, da dilettante lo portai al titolo regionale e ai campionati italiani».

Le soddisfazioni non sono mancate al maestro Truono. Ragazzi e ragazze di talento vanno e vengono. «Gli studenti mi hanno lasciato l’agrodolce in bocca - dice con un sorriso che non può essere pieno - . Hanno ottenuto bellissimi risultati, ma nessuno ha proseguito una carriera che poteva essere ricca di soddisfazioni. Ai Campionati italiani universitari al Cus dell’Università di Salerno la Pugilistica Battipagliese ha dato ben cinque medaglie, due d’oro, due di argento e una di bronzo con Alessandro e Mariano D’Ambrosio , ambedue di Campagna, e con Ludovico Visconti , di Battipaglia, sconfitto di un soffio in finale a Catania. Alessandro è stato anche nazionale nel Dual Italia-Francia. Puntavo su di loro a occhi chiusi. Erano venuti in palestra a 14-15 anni, andavano alle medie. Hanno fatto tutto alla perfezione, boxe e studio, si sono laureati e, giustamente, hanno preso la loro strada. Come Renato Cicatelli , campione regionale, oggi anche lui alle prese con la laurea. Restano tutti affezionati a me e alla palestra dove si sono formati, ma immancabilmente se ne vanno. So che anche loro hanno il magone, ma sono medici, ingegneri o manager, come mio nipote Giuseppe, e devono fare il loro percorso. Io sono contento per loro e dispiaciuto per me. Il mio destino è incominciare sempre daccapo.

È successo lo stesso con Silvia Polidoro , di Capaccio, tricolore a Roseto degli Abruzzi, con Valentina Gioia , di Pontecagnano, campionessa a 14 anni, con Filomena De Marco , campionessa italiana jr a Terni e entrata nel giro della Nazionale. Hanno dovuto lasciare per realizzarsi nella vita. Nei tempi d’oro questa società ha anche organizzato belle riunioni a Battipaglia, a Giffoni e nei locali del litorale. Ora dobbiamo provare a ripartire con il peso medio Giovanni Liuzzi , con Gregorio , Fornisano , Bubbolo , Alessia Napoli , Ludovica Lanzara , Cristiana Gregorio e tutti gli altri. L’entusiasmo e l’abitudine ai sacrifici non manca a nessuno di noi». Per Alfonso Truono e la “Pugilistica BattipaglIese” la sfida continua.