IL CASO

Post riunione tra accuse e veleni Mezzaroma: «Chi fa la spia?»

SALERNO. La Salernitana non è una fumata di sigaro. La Salernitana non è neppure solo simbolo, colore e denominazione. Piuttosto, un gruppo di persone alle quali non piace lavorare con la scimmia...

SALERNO. La Salernitana non è una fumata di sigaro. La Salernitana non è neppure solo simbolo, colore e denominazione. Piuttosto, un gruppo di persone alle quali non piace lavorare con la scimmia sulla spalla. La stanchezza di Susini e di Mariotto è nota da tempo. Disagio e affanno così alla luce del sole che non c’era bisogno di spiare, confessare e origliare. Sufficiente osservare. Chi? Chi è stato? La Salernitana ieri ha fatto il tocco, scossa e frustata da Mezzaroma. Il co-patron di buon mattino dopo la rassegna stampa, ha provato a trovare il buco dello spiffero davanti al Colosseo: sei stato tu? Parlano i fatti, non le persone: le comunicazioni delle comproprietà sul sito con sorprese sui nomi; le trattative intavolate ad aprile e saltate in un minuto (per fortuna Grassi era stato opzionato a febbraio); i tanti compromessi di area Lazio che lasciano basiti, svuotati. Tutti sanno eppure, in un gioco folle, tutti si rizelano davanti all’acqua calda. Chi è stato? Chi te l’ha detto? Insomma dopo la caccia alla talpa per la denuncia di Mounard all’Ufficio Indagini, poi per il faccia a faccia Susini-Giubilato e tra i calciatori in campo e nello spogliatoio, va di moda un’altra parolona: cimici, microchip. Bisognerebbe, invece, fare attenzione al cip. Che non vuol dire cinguettio ma “passo”, come al poker. La Salernitana è un tavolo verde: c’è chi si sbatte da Roma a Salerno per trovare un campo, un albergo, la normalità e chi ciurla nel manico, sornione, sapendo bene (solo chi non vive Salerno non sa o fa finta di non sapere) che ci sono mugugni e c’è da chiarire l’obiettivo. Il portafoglio non è illimitato: occorre finanza creativa e tanta inventiva. Insomma la Salernitana proverà a vincere ma non può dire - ora come ora – che vincerà di sicuro. E non è per scaramanzia ma per pragmatismo. Le bocciature, le sottolineature, i suggerimenti dei consiglieri di Lotito hanno creato disagio e quando s’è dubitato pure di Cruciani il pretoriano, il tavolo verde stava saltando con tutte le carte. Però al Colosseo c’è convinzione che le notizie non debbano uscire. Mezzaroma ha parlato a Granatissimi: «Si è parlato di muro contro muro, di dimissioni e io onestamente non riesco a spiegarmi come escano queste cose, che non trovano riscontro e destabilizzano. I direttori non presenteranno alcuna dimissione». Infatti raccontare di tanti dubbi e della tentazione di dimettersi non vuol dire scrivere che qualcuno si sia dimesso. Il mercato? Boh?

«Io per primo – così Mezzaroma - al momento non saprei dare notizie certe sullo stato delle trattative. Mancano tanti giorni all’inizio del torneo». La chiusura: «Se c’è qualcuno che lascia trapelare cose che avvengono in una riunione privata non è positivo. Sono molto arrabbiato, si tratta di una cosa interna ai diretti interessati, a meno che qualcuno non abbiamo messo in una abitazione privata microspie e allora stiamo parlando di un reato. Seccato da queste voci: faremo le opportune verifiche su cui sarò inflessibile. Teniamo in grande considerazione il lavoro dei direttori che - così come successo in passato - hanno a cuore le sorti della Salernitana». (p. t.)