IL PERSONAGGIO

Pestrin guerriero indomabile E adesso beniamino della Sud

SALERNO. Per vincere i campionati c’è bisogno non solo di chi faccia gol ma anche del pilota automatico, cioè della “chioccia” che guidi la squadra lontano dal temporale. La chioccia è Pestrin. Dopo...

SALERNO. Per vincere i campionati c’è bisogno non solo di chi faccia gol ma anche del pilota automatico, cioè della “chioccia” che guidi la squadra lontano dal temporale. La chioccia è Pestrin. Dopo il 4-3 di all’Aversa, passarono quasi sotto traccia le parole di Novelli. Oggi tornano d’attualità: «La Salernitana ha vinto perché ha un giocatore di 36 anni, d’esperienza, che si pianta lì in mezzo, fa da scudo ai compagni, fa passare la crisi, aiuta la squadra, sa prendersi i fischi». Eccolo, è Pestrin. Il suo cognome, abbinato alla Salernitana, ora suona armonioso, non stona. Oggi la città, la tifoseria, l’ambiente in senso lato hanno occhi per vedere e orecchie per ascoltare il campo che parla sempre un linguaggio di verità. E dice che Pestrin, parafrasando Lotito, «è una di quelle locomotive, con Nalini ed altri giocatori di personalità, dalle quali dipende la Salernitana». Alle parole seguono i fatti. L’anno scorso fu strappato da Fabiani alla curatela dell’Ascoli ma per ragioni d’opportunità - l’ambiente, una parte, mugugnava e gli fece lo striscione - il mediano esordì fuori casa. Ha macinato chilometri, ha saputo e voluto sacrificarsi per la squadra, ha meritato il rinnovo: in una sola parola, “mentalizzato”. Così il tempo e il lavoro hanno restituito al calciatore dimensione e vetrina.

Domenica col Melfi, quando Menichini l’ha fatto alzare dalla panchina per affrettare il riscaldamento, la tribuna si è alzata in piedi ed ha applaudito. Poi l’ha fatto la curva. Perché? In quel momento, i tifosi riconoscevano in Pestrin il calciatore di temperamento e personalità in grado di dare una scossa ai compagni, alla Salernitana. Per vincere c’è bisogno dei gol e di chi ci mette la faccia. E’ accaduto. Finita la partita, in mezzo a fischi convinti all’indirizzo della prestazione, la chioccia ha riunito tutti. Pur non avendo in quel momento la fascia di capitano sul braccio perché in campo c’era Ginestra, Pestrin ha richiamato a sé i granata e li ha portati al cospetto della tifoseria. Passato il turnover, la locomotiva riparte.