L’intervista

«Per andare in B bastano base solida e 4 innesti»

Mister Sannino ha guidato il Varese alla promozione: «Conterà anche la potenza atletica»

SALERNO. Un calcio ai luoghi comuni: vincere, senza retrocessioni, sarà ancora più difficile. L’anomalia propedeutica alla riforma della Lega Pro renderà la lotta alla serie B ancor più dura, avvincente. La pensa così Giuseppe Sannino, tecnico di grosso profilo, che s’è costruito una corazza di ferro a Varese, partendo dalla C2 ed arrivando a sfiorare la massima serie. L’allenatore, con origini napoletane, s’introduce nei meandri del prossimo torneo, fa le carte alle big e sulla base della propria esperienza dà pure qualche suggerimento utile per puntare alla cadetteria.

In molti pensano che la prossima Prima divisione sarà più agevole, lei va controcorrente. Perché?

Perché l’assenza di retrocessioni viene compensata dai playoff allargati fino alla nona posizione. E con queste prerogative tante squadre s’irrobustiranno per tentare l’impresa. E poi, a prescindere dalla riforma, si prospetta un girone B di livello incredibile. Lecce, Perugia, Benevento, Pisa, Frosinone tanto per citare alcune delle società che andranno alla ricerca di riscatto”.

Qual è la sua favorita ?

«Troppo presto per fare previsioni. Il mercato non si è ancora aperto. Però penso che Benevento, Lecce e Perugia saranno i competitor principali della Salernitana».

Cosa deve fare la Salernitana per essere da primato?

«Questo devono saperlo Lotito ed i suoi collaboratori. Io posso solo fare dei parallelismi con il mio Varese e spiegare come riuscimmo ad ottenere la serie B al primo colpo».

Spieghi pure…

«La priorità va data al gruppo. Bisogna costruire un senso di appartenenza nell’animo dei calciatori. La Salernitana ha il vantaggio di partire da una base già molto solida, esperta. E penso debba valorizzarla, non stravolgerla. Ho visto i granata a Pontedera e pur soffrendo mostrarono grandi valori in Ginestra e Guazzo».

Potrebbe bastare?

«Per metabolizzare la Prima Divisionesono sufficienti 3-4 calciatori di spessore. A Varese confermammo quasi tutti e ci completammo con Ebagua, Buzzegoli e Carrozza. Fu quella la strategia vincente. Chi cambia poco ha la possibilità di lavorare in profondità: basti pensare che il mio Varese sfiorò pure la promozione in A mantenendo lo zoccolo duro della C2».

Le sue squadre si sono sempre distinte per potenza atletica: quant’è importante?

«In Lega Pro è determinante. Lo sarà ancora di più nel prossimo campionato. Basti pensare che per spuntarla ai playoff bisognerà affrontare altre sei partite: un dispendio d’energie enorme».

Filippo Zenna

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