L’INTERVISTa

«Peccato aver perso il treno granata»

Cuomo ha giocato col Fondi fino a un mese fa: stagione orribile

SALERNO. Non sarà sugli spalti, il Fondi l’ha lasciato prima che precipitasse matematicamente. Ma Luigi Cuomo la gara la sentirà, la vivrà come fosse sua. Da una parte l’incubo laziale, dall’altro il sogno granata di sempre. In mezzo il roccioso centrale di Corbara, cresciuto calcisticamente a Salerno e vittima di una stagione negativa che gli ha impedito pure di godersi l’andata all’Arechi.

Un anno orribile?

«Il peggiore della mia carriera. Appena una giornata ed ho rimediato un infortunio terribile. Rottura di due costole e perforamento della pleura del polmone: hanno dovuto operarmi d’urgenza. Sono tornato a dicembre, ho giocato 8 gare, ma la situazione era già drammatica e d’accordo con la società ho deciso di rescindere».

La stagione era nata con aspettative diverse…

«Il gruppo era competitivo, anche gli allenatori che si sono succeduti avevano polso. Prima Capuano, poi Provenza, poi ancora Capuano. Nessuno avrebbe mai immaginato un epilogo così triste».

Il problema vero?

«La squadra era stata costruita per ambire a qualcosa d’importante e quando ha iniziato a perdere tutto l’ambiente è precipitato in un pessimismo irreversibile. Non tutte le ciambelle riescono col buco».

Quella granata è venuta benissimo, invece?

«La Salernitana è un capolavoro in tutto. E più che vincere ha stracciato il campionato. Se lo meritava e penso che questo sia solo l’anticamera di un futuro ancor più prestigioso».

Poteva esserci pure lei…

«È un grandissimo dispiacere che mi porto dentro. Nell’agosto nel 2011 Pagni mi contattò ma avevo già firmato col Pergocrema. Avessi potuto scegliere non avrei esitato a prendermi la Salernitana pur essendoci allora due categorie di differenza. Tutti sapevano che sarebbe stato solo il primo mattone di una grandissima scalata. Col granata ci sono cresciuto, a Salerno ci vivo e dico a Lotito che se gli serve un difensore centrale io firmo in bianco, mi metto a completa disposizione della squadra. Farei carte false per giocarmi una chance così importante».

È una sviolinata?

«No, è un’ambizione. Qualsiasi calciatore, in un momento così delicato per il calcio, vede Salerno come l’oasi felice. Pubblico incredibile, società di ferro, presidente intelligente, astuto, lungimirante ed abituato a vincere. Mi basta una chiamata. A luglio riparte l’Equipe Salerno dei disoccupati ed io sarò lì a gestirla, in attesa di un altro segnale».(fi. ze.)