Olcese trascinatore della grande risalita della Battipagliese

Tripletta a Messina e già otto centri in altrettante giornate «Anche con i miei gol diremo la nostra per la promozione»

BATTIPAGLIA. Poche settimane fa sembrava essere una delle tante ruote sgonfie di un’auto di grossa cilindrata che viaggiava col freno a mano tirato, ora invece la Battipagliese è una fuoriserie che ha ripreso a macinare punti ed ha imparato ad alzare la testa verso la cima della classifica. Il simbolo della rinascita viene dall’Argentina, terra di calciatori che hanno fatto battere i cuori bianconeri (Laviano, Funes, Montaldi, Tomasetti, Buttazzoni), e porta il nome di Emiliano Olcese. Nato nel maggio 1983 a Capital Federal, il bomber è approdato a Battipaglia dopo aver girato mezza Italia, passando per Matera, Gelbison, Casertana, Rimini, Sarnese, Ancona e Teramo. Arrivato con un notevole bagaglio d’esperienza, Olcese era sprofondato subito nel baratro a causa di prestazioni non alla sua altezza. Dal baratro è uscito grazie al sacrificio, alla determinazione e alla voglia di vincere. Segnando a raffica. Nelle ultime quattro partite ha messo a segno la bellezza di sette reti ed aggiungendo la firma al 94’ al debutto in campionato a Ragusa (2-2), si arriva a otto marcature in otto match.

Olcese viaggia con la media di un gol netto a partita, capocannoniere del girone insieme a Meloni del Savoia. Con un aspetto scaramantico importante: quando segna l’argentino, la Battipagliese non perde mai. Tre reti le ha segnate domenica a Messina nella vittoria 4-1, una in casa contro il Due Torri per un altro 4-1, una doppietta contro la Nuova Gioiese (3-2), un gol in casa con il Licata (3-3).

Così, in un solo mese, il figliol prodigo è diventato l’idolo della torcida bianconera. «Sono contento - commenta Olcese - sto crescendo io con tutta la squadra, trovando un filotto di vittorie importante per farci avere più fiducia nei nostri mezzi. La Battipagliese è una grande squadra, può dire la sua in questo campionato».

Olcese ammette che «faremo un primo bilancio solo alla fine del girone d’andata» e ricorda le sue lacrime in occasione della rete contro il Licata: «Non segnavo e la squadra non girava, è ovvio soffrire per questo. Lavoravamo tanto, ma venivamo condannati dagli episodi. Ora le cose vanno diversamente. Il mio pianto era stata una liberazione». Sul rapporto con i tifosi, Olcese dice che «Ci sono stati sempre vicino, anche quando c’era da criticare». Contro il Città di Messina, Olcese ha avuto dei tifosi speciali. Sugli spalti c’erano il papà Mario e la mamma Cristina, venuti apposta dall’Argentina: «Sono contento di aver segnato una tripletta anche per loro. Ci saranno anche domenica al “Pastena” contro il Torrecuso». E chissà che non arrivino altri gol.

Francesco Piccolo

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