IL PUNTO

Nuovo stadio Arechi, Danilo e Vincenzo: basta liti. Un passo indietro per Salerno

Caratteri. Quelli per scrivere tutti insieme una epica pagina di Storia salernitana oppure continuare ad ignorarsi, ognuno percorrendo con i rischi del caso la propria strada come sta accadendo sotto gli occhi di tutti. Conosco da quaranta anni e fin troppo bene Vincenzo De Luca, invece poco Danilo Iervolino con cui chiacchiero solo da un paio di stagioni sportive. Ma ho la presunzione di affermare che entrambi hanno in comune la determinazione per raggiungere l’obiettivo a loro caro che spesso può coincidere con i desiderata dei cittadini come dei tifosi della Salernitana. Senza guardare in faccia a nessuno.

I risultati raggiunti dagli stessi nelle rispettive attività pubbliche di certo hanno loro fruttato fin qui, pur tra naturali alti e bassi, consensi, oltre che una solida posizione negli ambiti in cui si sono applicati. Ma sulla vicenda stadio Arechi rischiano, continuando ad innamorarsi ciascuno delle proprie posizioni, di vedere frenata quella politica del fare da loro ritenuta al di sopra di tutto.

Mi spiego. Senza girarci intorno. Cari Danilo e Vincenzo, in ordine strettamente alfabetico, non è giunto il momento di tendersi la mano sotterrando l’ascia delle incomprensioni che giova solo a chi ama una comunità divisa tra guelfi e ghibellini? La gente, anche noi, vuol sapere se e perché esiste un contenzioso tra i politici che siedono nelle istituzioni sia territoriali che regionali e coloro che rappresentano la Salernitana. E se non è vero – difficile e sembra confermarlo quella risposta di ieri pomeriggio a Salerno del Governatore «chiedetelo al Comune» rispetto alla domanda sul perché la Curva Nord dello stadio Arechi non viene riaperta – qualcuno davvero vuol farci credere che è normale da oramai più di due anni non riuscire ad attuare a Salerno la destinazione della Nord unicamente agli sportivi di fede granata? Non crediamo alla favola della burocrazia e nemmeno a quella della coperta troppo corta perché mancano risorse: la prima è smentita dalla celerità con cui, quando arriva qualcuno a proporre idee fattibili, ecco che subito dai Palazzi giungono progetti e cronoprogramma; la seconda cozza con la certificata volontà resa pubblica dal privato, nonché patron del club granata, di investire con fondi propri senza il supporto di danaro delle casse pubbliche.

E non possiamo passare, né lo vogliamo, per smemorati se analizziamo che il sindaco di Salerno è amico ed espressione politica a Palazzo di Città del Governatore in carica il quale in passato è stato primo cittadino nella città d’Arechi alla quale, spesso con pungenti battute – l’ultima mercoledì a Cava de’ Tirreni quando ha detto in merito a fondi e progetti pubblici «Cava è brava ed a Salerno, invece, si dorme» – continua a guardare con attenzione. Concetto ribadito anche ieri a Salerno, durante la presentazione del nuovo Arechi. Vogliamo poi dimenticare che ai patron granata, oggi e del passato, pronti ad investire di tasca propria per ristrutturare lo stadio Arechi o realizzare un Centro sportivo a Salerno, è sempre stato frapposto un diniego mai certificato ma ostacolo duro da valicare? Come se a qualcuno desse fastidio far giocare ad altri partite che possono produrre notorietà e favore. Temporeggiare sul da farsi, di certo, non giova a nessuno perché le persone con gli anni hanno imparato a distinguere il vero dal falso come il giusto.

Da poche ore la Regione Campania ha presentato il progetto di restyling da 35 milioni - lievitati a 95, detto ieri dal Governatore - per lo stadio di Salerno: applausi e plauso. Ma passerà qualche hanno ancora per poter mirare il miracolo…

Nel frattempo? A voler fare gli eroi, infatti, prima o poi ci s’imbatte in un cavallo di Troia. Suvvia, un passo indietro... per farne tanti avanti. Non solo ora che lo scopo è quello di vedere in condizioni ottimali, ed a prezzo sociale, persone in “mutandoni” calciare il pallone nel Principe degli stadi che nella tomba si sarà pure rivoltato, forse, rispetto a certe vicende non proprio nobili e da Arechi.