Non c’è futuro per il calcio ebolitano

Abortisce il progetto dei Procida. «I tifosi vogliono seguire il vecchio club»

EBOLI. Bisognerà scorrere molto in basso l'elenco dei vari campionati nazionali e regionali, la stagione entrante, per trovare il nome di una squadra di Eboli. Muore, infatti, anche il progetto dei Procida, che con il loro titolo di Eccellenza ambivano a rappresentare la città, considerata l'inesorabile decadenza dell'Ebolitana. Che, in linea con le affermazioni dichiarate in tempi non sospetti dal socio di maggioranza Piraino, non scomparirà, sopravvivendo in qualche categoria minore, li dove la porrà la benevolenza della Lega.

«Ed i tifosi ci hanno fatto capire che seguiranno la formazione storica, dovunque verrà iscritta - spiega Procida, motivando il fallimento del suo “Città di Eboli” - Eppure loro erano favorevolissimi a sostenerci, come rivelatoci in più di un incontro: qualcuno, poi, evidentemente è intervenuto in disturbo, fomentandoli. Agli ultras li capisco, a queste persone no: forzare un’iscrizione solo perché c'è ancora qualche lira da ottenere, tra soldi della Federazione e cessione di alcuni ragazzini, significa semplicemente anteporre i propri guadagni. E dispiace che, minato da interessi personali, debba così perire un progetto nuovo e sano».

Progetto ambizioso («volevamo fare un campionato di vertice: avevamo avvicinato molti imprenditori e contattato giocatori di categoria, Silva su tutti») che era sostenuto con forza pure da Felice Belardi: dopo l'incontro pubblico con i tifosi, domenica 8, aveva salutato l'Ebolitana (che fino a poco prima mirava a rilevare) per appoggiare i Procida; dopo un altro confronto, storia di martedì, si è convinto a tornare sui suoi passi. «Mi ha colpito l'attaccamento alla maglia dimostrato da alcuni sostenitori storici, dichiaratisi pronti a seguire l'Ebolitana in qualsiasi serie. Non avrebbero mai avallato la nascita di un’altra squadra, sicché era inutile continuare a costruire il “Città di Eboli”, pur stimando la serietà della famiglia Procida». Prevale il volere dei tifosi, almeno quello di alcuni, non i tanti che, interpellati quando la Lega Pro era già realtà sul punto di sfuggire di mano, ritenevano la salvezza tra i professionisti il traguardo minimo. Avidi, almeno allora. Non ci stupiremmo, comunque, se pure questi abbiano convertito i loro pensieri. Stesso loro ora acclamano Emanuele Belardi presidente: «Vedremo, cosa accadrà, dopo settimane di dichiarazioni disattese». Già.

Giusepppe Piegari

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