Nocerina, la “metamorfosi” di Lepore

Da attaccante a terzino per emergenze e carenze difensive di Fontana: ma sulle spalle mantiene la maglia numero dieci

NOCERA INFERIORE. Da attaccante a terzino, come se Babbo Natale scegliesse il treno ad alta velocità al posto delle renne. È la storia di Franco Lepore, arrivato in estate per supportare l’attacco e finito per diventare terzino destro, pur occupando nella classifica cannonieri del girone B una discreta posizione generale ed il primo posto in quella particolare rossonera, con 5 gol finora segnati (2 su rigore), gareggiando in bellezza assoluta con i cecchini del raggruppamento grazie alla bordata di Pontedera, vera e propria prodezza balistica.

È sempre stato versatile il leccese, mai però fino a tale trasformazione in rossonero. Esterno alto, trequartista, seconda punta: vestiva panni d’attacco, correndo dalla cintola in su. Da diverse partite a questa parte, le emergenze e le carenze difensive hanno indotto Gaetano Fontana, tra la sorpresa generale, a chiedergli il sacrificio più grande fatto in carriera: abbassarsi di parecchio, snaturarsi un po’, pur restando fedele alla voglia di inquadrare la porta avversaria, ora distante molto di più rispetto alla porta propria. Lepore ha eseguito da bravo soldatino ed i risultati tutto sommato appaiono positivi, sia pure col pizzico di rimpianto di perdere in qualche dose la sua pericolosità in avanti.

Risultati positivi al punto di prefigurare, per la seconda parte della stagione, la sua conferma a terzino. Lepore ha accettato tutto di buon grado, diventando l’esempio concreto di sacrificio per un gruppo giovane ed alle prese con diversi ostacoli sul cammino. Per lui trattasi di stagione particolare in ogni dettaglio, caratterizzata dal ritorno tra i professionisti dopo aver fatto l’anno scorso la differenza in D nel Real Vicenza (giocando ovviamente davanti e segnando un bel po’ di gol, ben 13 in appena 21 partite), sito della seconda parte della stagione, scegliendo di scendere in un sol colpo dalla B di Varese alla ricerca di nuovi stimoli. A 28 anni, si apre una carriera diversa ? Magari l’allunga, facendosi trovare pronto a qualsiasi tipo di utilizzo, e riservandosi la balistica per punizioni o rigori oltre che per qualche incursione delle sue. Varese è stata la tappa più lunga e rappresentativa, in due fasi diverse, vincendo campionati e salendo in alto. Lecce, con una decina di partite in B, è stata la parentesi da profeta in patria. Pagani il primo tentativo, con Capuano, di arretrare il raggio d’azione. A Nocera l’inaspettata metamorfosi ma ad un patto: la maglia numero 10, pur giocando da terzino, rimane sulle sue spalle.

Marco Mattiello

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